“Sin Aire” nasce dalla collaborazione del Nostos Teatro con la regista Silvana Pirone che, con questo lavora, sperimenta una strada diversa rispetto ai propri trascorsi con “Teatro di Legno”, di cui permane il nucleo fondante nella direzione e in Luigi Imperato alla drammaturgia.
Il racconto si sviluppa per immagini, ma si allontana dal teatro danza: in scena i tre attori interpretano i personaggi con il proprio corpo, senza però essere danzatori. La storia che i corpi raccontano parla d’amore e di violenza, di possesso e di limiti fisici che gli attori stessi sono di continuo chiamati a superare.
Il tempo rappresenta uno degli elementi più importarti: nei movimenti ripetuti degli attori, nel ritmo dei gesti, l’ineluttabile fine a cui lo spettacolo e la vita stessa vanno incontro. Destino di morte e vita insieme, d’amore e d’ombra, di attimi che scorrono e di un tempo perenne che si ferma.
Frutto di suggestioni diverse, “Sin Aire” rappresenta un lavoro in evoluzione, nato a dicembre 2014, quando Silvana Pirone è stata insignita di un premio al Festival Internazionale di regia “Fantasio Piccoli”, presentando uno studio di 10 minuti su “Aspettando Godot” con due attrici. Questo lavoro, assieme al testo di Metterlich, dal titolo “I ciechi”, ha ispirato l’idea registica di “Sin Aire”, slegata dai precedenti, ma con ricordi provenienti da entrambi.
Di questi, attraverso i tre attori in scena, si mantiene la malinconia, il rapporto con il tempo che non passa, con la cecità, il non vedere. Il tempo è rappresentato simbolicamente da un’enorme clessidra, ispirata all’albero che Giacometti realizzò per “Aspettando Godot”. Per il suo Godot, la regista Silvana Pirone ha sostituito l’albero con una corda, in “Sin Aire” l’ha trasformata in un filo di sabbia, ovvero il tempo atteso.
Altra suggestione è nelle due anime di una stessa donna, cieche/bendate, riprese da luci, realizzate da Paco Summonte, che riportano il concetto di vedo/non vedo e avvolgono lo spettatore nelle azioni che avvengono in scena. Attraverso immagini e quadri visivi, lo spettacolo racconta emozioni. Ultima suggestione e fonte di ispirazione è la foresta dei suicidi in Giappone, un luogo che si stenta a credere reale, dove vita e morte coesistono, un non- luogo di gesti estremi che racconta un’assenza “Sin Aire”.