Napoli, giovedì “Dell’Amore e dei Segreti” al teatro Elicantropo

DELL'AMORE E DEI SEGRETI_una_scena_01Sarà il Teatro Elicantropo di Napoli a ospitare, giovedì 5 maggio 2016 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 8), il debutto dello spettacolo Dell’Amore e dei Segreti scritto e diretto da Antonio Iavazzo, che vedrà interpreti in scena Carmine Losanno, Danilo Del Prete, Giovanni Arciprete, Raffaele Iavazzo, Federica Tornincasa, Marcella Martusciello, e presentato da Associazione Colibrì in collaborazione con Itinerarte.

Ispirato alla drammaturgia di Michel De Ghelderode, Dell’Amore e dei Segreti è il secondo atto di una trilogia che ha come riferimento la poetica e il mondo visionario del grande drammaturgo.

In questa feroce e grottesca esigenza della vita a compiersi autenticamente, l’esistenza stessa ha necessità di deformarsi attraverso un emozionante gioco di specchi e rimandi, che esaltano la natura demoniaca e, al tempo stesso, angelicata degli uomini e delle loro parabole.

Ovunque regna un’atmosfera grottesca e di complotto di tutti contro tutti. Amore, Morte e Mistero ritornano in ciclo vizioso e demoniaco. Buffoni, Re, Dame rievocate o immaginate, nel bene e nel male, comunque padroneggiati dall’invidia, dall’egoismo e quindi dalla vanità, sono tutti propensi al tradimento, per l’acquisizione epifanica dell’oggettività che rende potenti e liberi.

“Ma la verità – sottolinea il regista in una nota – non sempre è celata dentro i sonagli di un buffone pezzente o regale. La tragedia laica è che spesso la verità è fuori, e non sarà mai una sola e incondizionata. Non sarà mai essa a regolare o a regalare il potere assoluto, sconvolgendo così tutti i piani e le regole dinamiche, etiche e civili, tutte le idee politiche- partitiche, spirituali e morali”.

Ecco, dunque, il ghigno dei buffoni, allievi di Folial, maestro di tutte le bestie pezzenti e coronate. Ecco il buffo, o meglio lo sbuffo, e poi solo un angoscioso, crudele ghigno di una sospirata rivelazione attesa da anni, mai rivelata o palesata. Ciò che resta di tutto questo è la consapevolezza, che si può conoscere, probabilmente, con l’amore.

L’amore, in questo luogo e in questo tempo, per colpe arcane, è diventato solo una scelta: c’è l’amore per il bene e l’amore per il male. Con il bene la conoscenza si costruisce, con il male la conoscenza si distrugge. Si sceglie il male perché, spesso, è più comodo, ma è solo per fornire una risposta.

Così la bellezza svanisce giacchè sinonimo di verità, diffamata e resa sordida, e del riso non rimane niente, non si ride più. La consulenza per i costumi è a cura di Maria Pennacchio, i movimenti coreografici di Francesca Gammella, la direzione della fotografia di Vittorio Errico, il service make-up di Francesca Pisano.

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