Napoli, spaccio di droga: la camorra avvisa i “clienti” con i fuochi d’artificio

573-15-17-17Fuochi d’artificio utilizzati a Napoli quale fonte di comunicazione tra spacciatori e tossicodipendenti (o tossicofili). Semplice ma efficace la tecnica adoperata dai pusher della camorra: nei quartieri che ospitano le piazze di spaccio determinati tipi di fuochi, fatti brillare in orari prestabiliti, indicherebbero la presenza di sostanze stupefacenti e persino, a seconda della colorazione dello spettacolo pirotecnico, di che tipo.

Una volta era consuetudine in certe realtà festeggiare la scarcerazione di un pezzo da novanta del posto o l’uccisione di un boss del clan rivale con i fuochi d’artificio. Oggi la malavita ormai retta da baby ras sembra perfezionare determinate fenomenologie comportamentali adattandole alle esigenze di un esercito di spacciatori sempre pronti a rifornire giovani (e non) tossicodipendenti o tossico fili.

E’ opportuno sottolineare come entrambe le categorie di acquirenti apportino cifre enormi nelle casse della camorra: soldi che servono per pagare gli affiliati e per armare le cosche che attualmente, data la guerra in atto a livello criminale in città, disporrebbero sempre di batterie di fuoco pronte colpire ovunque sul territorio e a qualsiasi ora del giorno.

Killer poco più che ragazzini stanno seminando il terrore all’interno di una comunità che continua ad oggi ad essere orfana di concreti riferimenti istituzionali pronti a combattere seriamente il malaffare attraverso l’occupazione, l’adeguata scolarizzazione e la sana aggregazione.

Promesse vane, soprattutto in periodo elettorale, da parte dei politici ma nulla di più. Una miserabile consuetudine permane nel modus operandi dei napoletani: una volta raggiunta la sistemazione per se e per i figli ci si dimentica immediatamente degli altri canzonandoli addirittura in alcuni casi perché definiti “non buoni” ovvero non in grado di badare a se stessi.

In questo clima di profonda menzogna e inciviltà la malavita prospera rafforzandosi sull’ignoranza e sulla disperazione della gente. Intanto il tempo passa e con gli anni spariscono le speranze di intere generazioni di onesti contribuenti rei solo di aver creduto nello Stato e nelle istituzioni democratiche.

Altrimenti non si spiegherebbero affermazioni gravissime proferite dal parroco di Forcella Don Angelo Berselli che provocatoriamente aveva affermato: “A Napoli la camorra è più efficiente dello Stato”. A queste agghiaccianti e veritiere parole nessun politico, amministratore o esponente governativo centrale aveva replicato. Resa senza condizioni? Per amore dei luoghi e nella speranza di offrire un domani migliore alle nuove leve speriamo proprio di no.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.