Una volta era consuetudine in certe realtà festeggiare la scarcerazione di un pezzo da novanta del posto o l’uccisione di un boss del clan rivale con i fuochi d’artificio. Oggi la malavita ormai retta da baby ras sembra perfezionare determinate fenomenologie comportamentali adattandole alle esigenze di un esercito di spacciatori sempre pronti a rifornire giovani (e non) tossicodipendenti o tossico fili.
E’ opportuno sottolineare come entrambe le categorie di acquirenti apportino cifre enormi nelle casse della camorra: soldi che servono per pagare gli affiliati e per armare le cosche che attualmente, data la guerra in atto a livello criminale in città, disporrebbero sempre di batterie di fuoco pronte colpire ovunque sul territorio e a qualsiasi ora del giorno.
Killer poco più che ragazzini stanno seminando il terrore all’interno di una comunità che continua ad oggi ad essere orfana di concreti riferimenti istituzionali pronti a combattere seriamente il malaffare attraverso l’occupazione, l’adeguata scolarizzazione e la sana aggregazione.
Promesse vane, soprattutto in periodo elettorale, da parte dei politici ma nulla di più. Una miserabile consuetudine permane nel modus operandi dei napoletani: una volta raggiunta la sistemazione per se e per i figli ci si dimentica immediatamente degli altri canzonandoli addirittura in alcuni casi perché definiti “non buoni” ovvero non in grado di badare a se stessi.
In questo clima di profonda menzogna e inciviltà la malavita prospera rafforzandosi sull’ignoranza e sulla disperazione della gente. Intanto il tempo passa e con gli anni spariscono le speranze di intere generazioni di onesti contribuenti rei solo di aver creduto nello Stato e nelle istituzioni democratiche.
Altrimenti non si spiegherebbero affermazioni gravissime proferite dal parroco di Forcella Don Angelo Berselli che provocatoriamente aveva affermato: “A Napoli la camorra è più efficiente dello Stato”. A queste agghiaccianti e veritiere parole nessun politico, amministratore o esponente governativo centrale aveva replicato. Resa senza condizioni? Per amore dei luoghi e nella speranza di offrire un domani migliore alle nuove leve speriamo proprio di no.
Alfonso Maria Liguori