La denuncia dei fatti partì dopo che sul braccio della piccola vennero trovate delle ferite da taglio. La piccola si tagliava da sola con una lametta probabilmente per punirsi per qualcosa per cui si sentiva in colpa. Un chiaro segnale di disagio che fece subito scattare l’allarme nella sua scuola e tra i suoi professori che segnalarono subito il fatto. Ad avvalorare la situazione di emergenza furono anche le parole della migliore amica che in aula ha raccontato come si fosse accorta dei tagli e le avesse chiesto il perché. In quel momento la tredicenne le accennò di essere rimasta da sola in casa con il compagno della madre e in quel momento l’amichetta capì che qualcosa non andava. Ricostruzione ripetuta in aula ma che non ha convinto i magistrati che probabilmente non hanno ritenuto sufficienti le prove presentate in aula. Lo stesso pubblico ministero aveva chiesto l’assoluzione dell’imputato e la sentenza di ieri pone fine all’incubo per l’uomo di Castellammare di Stabia, non quello della piccola.