Giovanna Arrigoni doveva sparire. Rapita, uccisa e seppellita nella periferia di Melito

melito omicidioIn una zona campestre di Melito di Napoli, in via Giulio Cesare, nella serata di ieri, in una fossa parzialmente coperta da terreno fresco e circondato da erbacce altissime i Carabinieri di Giugliano hanno rinvenuto il cadavere di una donna. Sul posto, nei pressi di un palazzo disabitato di sei piani, occupato dai Rom, sono giunti i Carabinieri della Compagnia di Giugliano e del nucleo Investigativo di Castello di Cisterna.

A dare l’allarme al 112 e quindi alla compagnia di Giugliano, diretti dal capitano Antonio De Lise, è stato un passante, un rigattiere che cercava rottami di ferro. Sul posto anche i militari del nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, diretto dal colonnello Rino Coppola, che hanno avviato le indagini ed effettuato i primi rilievi. Necessario l’intervento anche dei vigili del fuoco.

Cadavere di una donna ritrovato nel NapoletanoIdentificata poco dopo la vittima: Giovanna Arrigoli, 41 anni, con precedenti per droga, la cui scomparsa era stata denunciata il 7 maggio dalla famiglia.

La vittima sarebbe stata rapita, torturata, evidenti le lesioni sul corpo, e poi uccisa senza pietà con due colpi di pistola al torace ed uno alla testa.

La donna viveva a Melito e lavorava in un bar nelle vicinanze di una nota “piazza” dello spaccio di stupefacenti gestita dai clan dei quartieri di Napoli, Scampia e Secondigliano, il quartiere 219 di Melito, roccaforte degli scissionisti.

 

Presumibilmente, il corpo è stato scaraventato in una sorta di fosso al confine con il comune di Casandrino, in modo tale da nasconderlo alla vista di passanti e automobilisti. Ed è rimasto lì per diverse ore o addirittura giorni.

Gli inquirenti non escludono che la vittima  possa essere stata uccisa in un altro posto, e poi che il suo assassino abbia trasportato il cadavere fino a via Giulio Cesare, per seppellirlo. I carabinieri hanno sequestrato una zappa e un piccone, attrezzi che potrebbero essere stati portati sul posto dall’assassino. Non si esclude tra la’altro che ad eseguire quella che sembra una vera e propria condanna a morte siano stati più di una persona. Giovanna Arrigoli sarebbe dovuta sparire per sempre senza lasciare tracce.

La denuncia della scomparsa della donna era stata denunciata dalla sua coinquilina domenica scorsa. La vittima non aveva con sè documenti ed è stata identificata solo grazie a due tatuaggi, uno sul braccio, un volto di uomo, e una frase sulla gamba destra.

Recuperare il corpo in via Melitello, questo il vecchio nome di via Giulio Cesare, non è stato semplice a causa delle anguste condizioni logistoco-ambientali e del buio. Successivamente i resti della donna sono stati portati all’obitorio dell’Istituto di Medicina Legale, del Secondo Policlinico di Napoli, dove entro due giorni al massimo sarà effettuato l’esame autoptico.

 

Nella notte i carabinieri hanno eseguito una decina di perquisizioni in tutto il quartiere 219 di Melito in casa di pregiudicati. Sono stati eseguiti, successivamente, interrogatori anche in caserma. Non si esclude alcuna pista anche se prevale  quella del delitto di camorra. Giovanna Arrigoli era stata vista viva l’ultima volta nella serata del 6 maggio, di lei, poi, si erano perse le tracce. Una svolta importante per le indagini potrebbe venire dai risultati dell’autopsia che gli inquirenti stanno aspettando per provare a stringere all’angolo i colpevoli di questo tremendo delitto.

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