Nonostante siano passati circa 12 mesi dall’addio di Rafa Benitez dalla città partenopea, sia tifosi che gli addetti ai lavori non riescono a restare distaccati dagli avvenimenti che capitano all’allenatore spagnolo.
E’ stato osannato, criticato, applaudito e fischiato, ma in fondo è così: o lo ami o lo odi.
La stagione 2015-16 di Rafa , iniziata con il sogno di allenare il Real Madrid, si è chiusa nel peggiore dei modi, con la retrocessione del Newcastle in Championship. Salvare i bianconeri sarebbe stato quasi un’impresa viste le enormi difficoltà affrontate dalla squadra ben prima dell’arrivo di Rafa in Inghilterra. Se il tecnico dovesse accettare di restare allenando in una categoria inferiore e tentare l’immediata rinascita del club, potrebbe riscattarsi dalla terribile doppietta “Esonero Madrid e retrocessione Newcastle”.
Ma torniamo per un momento a Napoli e al Napoli, Benitez in due anni ha vinto una Coppa Italia, una Supercoppa, ha conquistato un terzo ed un quinto posto, collezionando anche una semifinale di Europa League ed una semifinale di Coppa Italia.
Due anni totalmente diversi tra loro, che hanno lasciato una profonda spaccatura tra tifosi e addetti ai lavori. Ancora oggi in tanti stanno sfruttando il terribile anno Beniteziano per ribadire sui social la loro poca affinità col tecnico, scatenando le reazioni di chi invece si definisce Rafaelista e difende lo spagnolo, creando un infinito botta e risposta, degno della passata stagione.
Ma perché Benitez è ancora così presente nella memoria dei tifosi partenopei?
– Chi lo ama non riesce a dimenticare che il suo arrivo ha portato un cambio di mentalità nella squadra, che è passata ad un’idea più vincente, almeno nell’atteggiamento e soprattutto ha portato gol e spettacolo al San Paolo. La ventata spagnola ha inoltre fatto arrivare alle pendici del Vesuvio giocatori dal calibro di Reina, Callejon, Albiol ma soprattutto il bomber Gonzalo Higuaìn, senza dimenticare Mertens e Koulibaly che pare siano stati fortemente voluti da Don Rafè. Le belle partite viste in campionato e nelle varie coppe, affrontando senza paura le squadre più forti del torneo hanno lasciato nel cuore dei tifosi un profondo segno di riconoscenza.
– Chi lo odia non ha mai ben digerito l’atteggiamento di Benitez, il suo integralismo l’ha portato a non modificare il suo schema tecnico-tattico nemmeno quando effettivamente era necessario, ha reso il tecnico arrogante e presuntuoso agli occhi dei tanti che vedevano un Napoli imbarcare troppi gol. Inoltre la decisione di non dimettersi quando aveva capito che col presidente si erano rotti i rapporti fa puntare il dito contro Benitez, che viene identificato come un’opportunista che ha preferito restare in una situazione formale, continuando ad allenare distratto dalle sirene madrilene.
– Volendo ragionare a mente fredda, il primo anno di Benitez è stato quasi perfetto, mentre lo scorso anno l’allenatore ha sbagliato, lasciando tutti con l’amaro in bocca. Ma non tutte le colpe che gli vengono attribuite sono vere al 100%. Di sicuro lo spogliatoio ha capito che lui aveva mollato mentalmente e nella parte più delicata dell’anno la squadra si è disgregata. Quel gruppo, nonostante alcune carenze, poteva e doveva fare di più. Ed è così che Benitez è diventata un’occasione persa, una delusione per quello che poteva essere ed invece non è stato. Forse è proprio per questo che il suo nome continua ad essere presente, nel bene e nel male, nei discorsi dei tifosi napoletani.
Mario Zambardino