“Il porto di Castellammare è il terzo porto in Campania – ha spiegato Carrillo – ed è ricompreso nelle competenze dell’Autorità Portuale di Napoli. Una volta il nostro porto era capolinea di collegamento tra Castellammare e le isole, Sicilia e Sardegna”.
“Oggi è divenuto, a seguito di incuria e mala gestio, un’area portuale impraticabile finanche per i normali collegamenti con l’isola di Capri. – ha continuato il candidato consigliere comunale – Il motivo? L’area, quella interno porto, è intasata di melma e rifiuti di ogni genere presenti sul fondale, al punto da determinare gravi problemi finanche nella più semplice delle operazioni, come quella di salpare l’ancora per la navigazione (sui social è anche spuntato l’hashtag #oballrotraghett)”.
“Eppure l’Autorità Portuale di Napoli, da finanziamenti finalizzati concessi attraverso il Por 2014-2020, è in possesso di risorse finanziarie che si aggirano intorno ai 350 milioni di euro. Si tratta di finanziamenti finalizzati che dovrebbero ripartirsi su dodici progetti per realizzare opere di dragaggio ed infrastrutturali mirate a migliorare l’efficienza, la sicurezza e le condizioni ambientali dei porti di Napoli e Castellammare. Questi fondi non potranno essere destinati ad altro”.
In una nota dell’Autorità Portuale è confermata anche la possibilità “di lavorare alla realizzazione delle opere previste consentendo di inserirle, alla voce investimenti, nel bilancio di previsione 2016”.
“Ma guarda caso, a tutt’oggi, – ha affermato Carrillo – ancora non si è provveduto ad approvare il bilancio. Ma nei progetti figura per caso il porto di Castellammare? Sicuramente no, ed il motivo è riconducibile con certezza, oltre alla grave responsabilità politica del centrosinistra, alla mancata presenza nel cda dell’Autorità Portuale del peso politico di un sindaco competente e risoluto, nonché addentro alle questioni di carattere tecnico-urbanistico. Bisogna restituire alla città un terminale strategico per incentivare lo sviluppo del traffico marittimo”.