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Torre Annunziata, il magistrato Cantone: “I boss sono guappi ‘e cartone”

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Un grande momento di crescita. Così potrebbe essere sintetizzato l’incontro che si è tenuto questa mattina nelle aule dell’Istituto Comprensivo “Leopardi” di Torre Annunziata con il magistrato Cantone.

In una zona della città da anni fortemente influenzata dalle associazioni camorristiche, l’incontro con il simbolo della lotta alla mafia è un forte e importantissimo segnale: i ragazzi non devono essere lasciati soli.

Oltre al corpo docenti e ai tanti alunni della scuola, erano presenti anche il sindaco Giosuè Starita, Monsignor Raffele Russo, Concetta Cimmino, dirigente scolastico. Assente ma impegnato per la riuscita della manifestazione il referente locale di Libera, Michele del Gaudio.

Ma la scena, ovviamente, è stata rubata da Cantone che ha risposto alle tante domande dei ragazzi.

“Voglio condividere con voi la mia esperienza – ha esordito il magistrato -. Anche io provengo da zone molto complicate ma non mi sono arreso e sono andato avanti. Le vicende del mio paese che ho vissuto in prima persona mi hanno dato una mano a scegliere il mestiere della mia vita: io non posso non occuparmi di mafia”.

“Bisogna capire – ha continuato Cantone – che la camorra si può sconfiggere: pensate che molti dei vari boss vivono sotto terra. Ma sotto terra mica vive l’uomo? Vivono gli animali. I boss non possono neanche vedere la luce del sole perchè se no vengono arrestati e allora è bello fare questa vita?”.

Molte le domande dei bambini che con esempi del quotidiano hanno cercato di comprendere i vari aspetti del lavoro di Cantone. Importante, fra le altre, una domanda di uno studente che chiedeva se mai, nel corso della sua carriera, il magistrato avesse avuto dei problemi con la famiglia.

“Certo che li ho avuti. Mi ricordo che quando mio figlio aveva sei anni, e mi venne data la scorta, ogni volta che invitava i suoi amichetti a casa nessuno veniva mai: tutti avevano paura di me e della mia famiglia. Mi sono chiesto più volte se ne valeva la pena continuare, e ho deciso di farlo anche per loro. Ora sono grandi e hanno capito il mio lavoro: sono loro i primi ad incoraggiarmi”.

“Bisogna lottare – ha continuato Cantone – contro la corruzione che purtroppo è presente in tutti i paesi del mondo. Mi rivolgo anche al sindaco: è importante rendere il più trasparente possibile l’amministrazione soprattutto per quanto riguarda la gestione degli appalti”.

Ma, ad una domanda di un bambino che chiedeva se i boss si pentissero delle loro azioni, è emerso sicuramente l’elemento più importante di giornata: “Ho visto boss in carcere piangere e pentirsi delle loro azioni tanto che sono sicuro di dire che sono solo guappi ‘e cartone”.

Al termine dell’incontro, i bambini hanno presentato ai presenti i loro lavori creati nei giorni precedenti improntati particolarmente sui temi della legalità e della libertà. A salutare Cantone, è stata un’interpretazione lirica di una docente. Come espresso anche dal magistrato, l’obbiettivo di questa giornata è che tanti dei bambini presenti all’uscita da scuola possano ricordarsi di tutte le parole dette e cambiare totalmente la città di Torre Annunziata.

Gennaro Esposito

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