Visibilmente stanco, provato, poco curato rispetto al passato.
Così è apparso ai Carabinieri, e lo si evince anche dalle foto del prima e dopo latitanza, il fuggitivo Alessandro
Brunitto, elemento di spicco del clan Polverino, catturato poco fa dai militari dell’Arma di Napoli in una casa abbandonata, a Lusciano, a pochi chilometri in linea d’aria dalla sua area di interesse.
Quando i Carabinieri hanno fatto irruzione l’uomo non ha opposto resistenza né ha tentato la fuga, lasciandosi ammanettare. Era disarmato e in possesso solo di suoi documenti, vecchi.
Nel “covo” è stata rinvenuto e sequestrato anche un “pizzino” che stava scrivendo a una delle sue sorelle per
darle indicazioni chiare e particolareggiate per raggiungerlo, con tanto di spiegazione delle accortezze da adottare per sviare o vanificare eventuali pedinamenti delle forze dell’ordine.
Negli ultimi giorni Brunitto, particolarmente esigente per il cibo, chiedeva con insistenza a una delle sorelle di portargli o fargli portare dei piatti ricercati.
Era “alla macchia” da 3 anni e le sue ricerche erano state estese a livello internazionale, ma i CC del Nucleo Investigativo di Napoli l’hanno catturato a Lusciano (CE), al confine fra le province di Napoli e Caserta.
Alessandro Brunitto, cl. 65, ritenuto un elemento di spicco del clan Polverino e ricercato dal Giugno 2013, è stato catturato in una casa abbandonata che era stata addirittura provvista di un sistema abusivo di videosorveglianza.
Il 51enne, cognato di Giuseppe Simeoli, l’attuale referente del clan, sfuggiva all’esecuzione di una occc chiesta dalla D.D.A. di Napoli per associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e per spaccio di droga aggravate dal metodo mafioso.