Il bicchiere della qualità amministrativa locale si può sempre vedere mezzo pieno o mezzo vuoto : tuttavia la capacità d’analisi obiettiva e l’amore per i luoghi dovrebbero prevalere sulle critiche spicciole e sugli attacchi mirati ad un sindaco che si trova quotidianamente a fare i conti con un’eredità amministrativa pesante.
In tal senso il vice Fiengo invita tutti al siano dialogo e al confronto costruttivo: “Certi della maturità politica di tutte le forze attive in ambito consiliare siamo oggi chiamati ad offrire il massimo contributo, nel rispetto dei ruoli e delle competenze specifiche, alla valorizzazione di un territorio dalle capacità espressive e produttive appena scalfite. Occorre cassare definitivamente immobilismi e sterili polemiche in nome di una sinergia operativa che deve vedere l’intero governo locale protagonista”.
Chiaro il messaggio di Fiengo in linea con l’impegno ad oggi profuso sul territorio dal premier Buonajuto : entrambi gli amministratori sono particolarmente vicini ai giovani e alle esigenze di chi da sempre è fiero di restare e investire in questi luoghi.
“Attraverso lo sport – ha concluso Fiengo – l’associazionismo e l’interazione con l’istituzione scuola sarà possibile imprimere una spinta positiva nel processo di crescita di una comunità alla quale siamo fieri di appartenere. Non si tratta di ripetersi ma di evidenziare con forza principi nei quali crediamo ciecamente . In tal senso desidero salutare con affetto e ammirazione un grande atleta indigeno, Antonio Ciano, judoka di fama internazionale in forza alle Fiamme Gialle. Un ercolanese DOC che ha fatto onore alla città con i suoi successi internazionali divenendo esempio da emulare per i nostri giovani. A lui il merito di aver vinto il match più importante, quello con la vita”.
Pagine di storia positiva negli annali di un’Ercolano che non accetta più il riduttivo appellativo di provincia degradata ne di comunità infestata dal fenomeno camorristico grazie al coraggio e alla costanza di chi ancora crede nelle Istituzioni e nella Sovranità della Repubblica.
Alfonso Maria Liguori