“La carta d’identità utilizzata quale mezzo indicativo della volontà di donare organi”: questo il traguardo raggiunto ad Ercolano dal vice sindaco Luigi Fiengo e condiviso dal sindaco Ciro Buonajuto.
“Una tappa importante – ha precisato Fiengo – in un iter rinnovativo che deve da un lato tutelare le sacro sante rivendicazioni dei residenti e dall’altro promuovere un’intesa nuova tra cittadini e governo locale. A diverso titolo siamo oggi chiamati a concretizzare la positività di una comunità che per decenni ha subito la più bieca prevaricazione violenta. Non è più tempo di polemizzare in modo sterile né di farsi influenzare da beghe personali che poco o nulla hanno a che fare con il benessere di Ercolano. Nel rispetto dei ruoli e delle competenze specifiche siamo investiti dalla responsabilità di riscoprire le potenzialità dei luoghi infondendo speranza in chi da sempre ha creduto e investito nel proprio territorio.
Con Ercolano e tra la gente di Ercolano, per un Ercolano che guarda al futuro: solo così sarà possibile costruire una comunità in cui occupazione, sana aggregazione e scolarizzazione adeguata non siano più principi arcani discordanti dalla realtà”.
Sono tanti gli onesti contribuenti ercolanesi che credono nel messaggio costruttivo del vice sindaco Fiengo che incarna adeguatamente le idee del premier Buonajuto. Il primo cittadino ha rimarcato potenzialità enormi nella gestione di una realtà sociale che necessita fortemente di un riferimento istituzionale concreto. Si sa come il bicchiere si possa vedere mezzo pieno o mezzo vuoto: tale valutazione spetta al popolo di Ercolano, a chi per decenni ha sperato in un’inversione positiva di rotta senza poi trarne alcun riscontro oggettivo. Sarà vera gloria? Grazie all’iniziativa del vice sindaco Fiengo oggi Ercolano potrebbe apparire più unita in un processo di modernizzazione che lascia inalterate le testimonianze positive di un tempo che fu e che forse può insegnare tanto a tanti di noi.
Alfonso Maria Liguori