La lotta tra clan: da Secondigliano alla conquista di Napoli

traffico d'armiDa Secondigliano alla conquista di Napoli: questa la strategia adottata dal principale sodalizio camorristico partenopeo per controllare in toto sul territorio gli affari illeciti. Abete –Abbinante contro i Leonardi, Vanella e Amato-Pagano : questi gli agguerriti clan che hanno tenuto sotto scacco Secondigliano imponendosi come monopolio assoluto dello spaccio di stupefacenti all’ingrosso e al minuto non che del traffico d’armi (importate dai Balcani e dall’Est Europeo). Un vero e proprio arsenale a disposizione del sistema di Secondigliano composto da numerose armi da guerra ( tra cui lancia razzi ) non che da potentissimi e sofisticati esplosivi innescabili a distanza. Una santabarbara da far invidia ad un esercito regolare, messa a disposizione di killer spietati spesso poco più che adolescenti. Il disegno criminale dei nuovi capi vorrebbe il sistema di Secondigliano infiltrato in ogni quartiere di Napoli per poi prenderne il totale controllo : attraverso alleanze sottobanco e intese parallele si starebbe detronizzando la vecchia camorra formata da famiglie storiche cadute in disgrazia dopo gli arresti eccellenti e le altrettanto sostanziali confische effettuate dallo Stato.

In ballo i mega appalti di Bagnoli Futura, l’ampliamento del Porto e lavori strutturali rilevanti all’interno della città : una lavatrice ideale per chi deve in qualche modo trasformare i guadagni sporchi in affari trasparenti per poi investire nella pseudo legalità cifre da capogiro. Una cupola composta soprattutto da membri dei principali clan di Secondigliano sarebbe in procinto di prendere il controllo delle attività illecite a Napoli e in buona parte della provincia.

Un mare di gente armata fino ai denti e senza scrupoli : secondo alcune indiscrezioni nel mirino dei clan potrebbero finire presto donne e bambini di gruppi avversi . Nessuna pietà o regola d’onore da rispettare : tutto , maledetto e subito , questo lo slogan di baby ras ,spesso cocainomani, dal potere persuasivo enorme su coetanei provenienti anche da famiglie cosiddette per bene. Inoccupazione, mancanza di adeguata scolarizzazione e assenza di sana aggregazione sociale trasformano l’onesto contribuente in modello perdente, in “non buono” agli occhi di giovanissimi che infatuati dal messaggio travisato di fiction come Gomorra credono di poter giungere rapidamente all’apice della malavita organizzata , con tanto di villoni e auto di lusso. Inesorabilmente tale sogno svanisce nella fredda cella dei penitenziari di Secondigliano e Poggioreale o sul marmo di una lapide che ricorda l’età e i dati anagrafici del giovanissimo “morto ammazzato”.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.