Sono stati molti i ragazzi che, anche quest’anno, hanno preso parte all’iniziativa “Salvalarte” lanciata da Legambiente: durante tutte le domeniche di maggio hanno avuto la possibilità di offrirsi come guide turistiche agli Scavi Archeologici della città, Villa San Marco e Villa Arianna, siti bellissimi quanto abbandonati e lasciati a sé stessi. È infatti l’abbandono la prima cosa che salta all’occhio dell’utenza, a partire dal percorso da compiere per giungere agli scavi: oltre all’essere situati – come nel caso di Villa Arianna – in vie secondarie e mal curate, nascoste agli occhi dei turisti, anche la segnaletica è quasi completamente assente; è dunque un’impresa ardua raggiungere le villae, a molti difatti sconosciute. Siti così importanti si ritrovano ad essere circondati da costruzioni abusive; totalmente assenti sono, inoltre, i mezzi pubblici per raggiungerle.
I ragazzi, attivatisi in prima persona con Legambiente, hanno cercato di ridare vita e importanza a queste testimonianze del passato accompagnando turisti stranieri o abitanti locali alla riscoperta delle ricchezze dell’ager stabianus; hanno potuto rapportarsi in prima persona con la sorpresa dei concittadini, ignari dei tesori della loro stessa città, e con lo sgomento dei turisti, senza parole davanti alla completa noncuranza in cui il sito archeologico versa. Frequenti sono stati i confronti con la perplessità di chi, davanti a tanta bellezza, non poteva fare a meno di chiedersi perché essa fosse così mal sponsorizzata e, soprattutto, priva di una manutenzione adeguata.
È per questo che Legambiente ha deciso di ridare alle villae la loro antica dignità tramite l’iniziativa “Salvalarte”, giunta quest’anno alla sua quinta edizione: i volontari, tra esperti e ragazzi provenienti dai vari istituti di istruzione superiore della città, hanno fatto da “ciceroni” ai visitatori, destreggiandosi tra le molte stanze e i segreti delle ville.
Una “finestra sul passato” è stata quindi aperta dai giovani, i quali hanno presentato una Castellammare molto lontana da quella odierna; hanno scavato nelle origini della loro città, raccontandone la nascita secoli addietro. Si sono persi in epoche passate insieme ai visitatori accompagnandoli tra le stanze delle ville, delle quali spiegavano le funzioni sentendosi anche un po’ parte della storia che erano loro stessi a raccontare.
Le ville, nate tra l’89 e il 79 d.C, sono importanti testimonianze di un passato che per troppo tempo è stato dimenticato, ed entrambe vantano affreschi di ogni diverso stile pompeiano; ritrovate in un primo momento dai Borbone nel ‘700 per poi essere risotterrate, molti dei tesori furono saccheggiati e parzialmente recuperati in seguito, conservati poi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Solo nel 1950 le ville furono riscoperte grazie agli scavi completamente autofinanziati curati da Libero D’Orsi, archeologo ed ex preside presso la scuola media Stabiae.
L’iniziativa, permessa dalla soprintendenza di Pompei, ha poi potuto avvalersi di alcuni approfondimenti svoltisi a villa Arianna riguardanti gli argomenti più diversi: legalità, protezione dei beni archeologici, ambientalismo o, ad esempio, mobilità sostenibile. È stato quest’ultimo il caso della breve ma interessante conferenza tenuta dall’associazione “Gli Amici della Filangieri”, svoltasi domenica 22 maggio 2016 davanti ad un pubblico misto di ragazzi, bambini e adulti: con l’aiuto della lettura del libro “Happy Bike” di Alfredo Bellini, è stata fatta luce su una tematica tanto importante quanto sottovalutata.
Gli ascoltatori sono stati invitati a riflettere su dati preoccupanti, riguardanti l’aumento dell’utilizzo delle automobili negli ultimi decenni e le conseguenze che ciò ha comportato: dopo aver scavato per arrivare alla comprensione delle motivazioni che hanno dato origine a tale problema, sono state proposte soluzioni alternative. È sorprendente dunque notare l’impegno e la dedizione che tanti ragazzi di diverse età – uniti dalla speranza di riuscire, un giorno, a fare davvero la differenza – riescano a dimostrare nei confronti della propria città, così meravigliosa e ricca, ma completamente abbandonata a sé stessa.
Ida Gaeta
IV Bg Liceo classico statale Plinio Seniore