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Omofobia a Napoli: accoltellato un transessuale. “Ormai viviamo nel far west”

coltello napoliOmofobia a Napoli: un transessuale 22enne originario del rione Traiano è stato affiancato nella notte di ieri in via Nuova Agnano da 4 balordi che dopo averlo insultato l’hanno colpito con un coltello al fianco sinistro.

La vittima è riuscita a raggiungere l’ospedale San Paolo con la propria auto dove è stata medicata e giudicata guaribile in 15 giorni. Sembra che gli aggressori volessero andare oltre e che solo le grida del transessuale abbiano fatto desistere gli aguzzini spaventati dall’intervento di alcuni automobilisti in transito nella zona. Gli inquirenti stanno visionando i servizi di videosorveglianza presenti nei paraggi per risalire all’identità degli aggressori.

Non una rapina o uno scippo finito male ne un tentativo di estorsione: violenza gratuita ed efferata contro un individuo reo solo di essere transessuale. Una vergogna per una città che vanta tradizioni culturali celeberrime e che da sempre rappresenta un modello ideale di integrazione.

Ecco gli effetti devastanti di fiction travisate nei contenuti come Gomorra, la mancanza di scolarizzazione e la penuria di valori che nei giovani appare ormai endemica. Non si può giocare con una vita umana al solo scopo di divertirsi arrecando sofferenze indicibili ad un individuo apparso al momento più debole e soprattutto non pretendere poi di farla franca agli occhi della legge. Ci si augura che questi esseri incivili siano presto assicurati alla giustizia e che si applichi il massimo rigore nel punire un gesto vergognoso che offende l’intelligenza e il grande cuore dei napoletani.

“Ormai viviamo nel far west – ha commentato un gruppo di residenti  – e temiamo seriamente per i nostri figli soprattutto in occasione della movida del weekend. Quello che è successo oggi ci sconcerta: aggressioni, scippi e furti sono al’ordine del giorno. Siamo talmente rassegnati a soccombere che spesso non denunciamo nemmeno i soprusi  subiti”.

Un quadro allarmante, una situazione che evidenzia con drammatica precisione il regresso in cui vegeta buona parte di una città che sulla carta dovrebbe essere capitale del Mediterraneo. E solo per alcuni lo è: per i potenti, per chi ha denaro da buttare e vive protetto in una sorta di realtà parallela a quella ordinaria osservando le ambasce dei meno fortunati come se si trattasse di una pellicola cinematografica. Il problema è che qui si parla di sangue vero e di giovanissime vite spezzate dalla violenza criminale della camorra e non di elaborati effetti speciali.

Alfonso Maria Liguori

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