E’ con questo colpo di scena che si riapre il processo a carico di Renato Cavaliere e di Catello Romano, per entrambi la Corte di Cassazione aveva annullato l’ergastolo inflitto in secondo grado e rinviato tutto alla Corte d’Assise d’Appello di Napoli.
Qui si è tenuta un udienza nella giornata di oggi dove è stato ascoltato da giudici e pm il pentito Cavaliere. E’ il braccio armato che insieme a Catello Romano e Salvatore Belviso (cugino del capoclan Vincenzo D’Alessandro e Raffale Polito, anche questi ultimi due divenuti dopo l’arresto collaboratori di giustizia.
Il racconto di Cavaliere, che dallo scorso mese di giugno ha riempito oltre 70 pagine di verbali rese ai magistrati, ha fatto luce sul movente dell’omicidio di cui ancora non si è venuto a capo per quanto riguarda le motivazioni appunto.
Era il 3 febbraio del 2009 quando il commando, tutti e 4 vicini al clan D’Alessandro di Scanzano, entrò in azione a Castellammare di Stabia assassinando il consigliere Tommasino mentre era alla guida della sua Lancia Musa con al fianco suo figlio, allora solo 15enne.
Ora sarà compito della corte rideterminare la pena da infliggere a Cavaliere e Romano.