Ancora una volta Scafati presenta uno degli spettacolari consigli comunali che, più che delle massime espressioni delle qualità amministrative di chi governa, sembrano sempre più delle scene teatrali.
Dalle interminabili puntate con colpi di scena programmati della decadenza di qualche mese fa, seguite dal mistero della relazione del Ministero di Economie e delle Finanze, il cosiddetto Mef, con documentazione mancante e per cui si è tanto tergiversato, stavolta si arriva con la seduta del 25 maggio a dover discutere dell’approvazione del bilancio consuntivo.
Nei giorni scorsi è stato proprio il bilancio a tenere banco nella cronaca politica locale; infatti il gruppo “scissionista” della maggioranza di Identità Scafatese (Cirillo, Ugliano, De Quattro e Pagano) ha dettato nei giorni scorsi le sue condizioni imprescindibili per fare squadra con Aliberti e i più fedeli.
Le condizioni per garantire voto favorevole all’approvazione da parte dei quattro del gruppo consiliare indipendente, diventati poi cinque avendo ricevuto l’adesione di Barchiesi, per dare nuova aria all’amministrazione Aliberti erano chiare e comprendevano l’azzeramento di giunta e consigli di amministrazione delle partecipate e relative rimodulazioni degli stipendi, l’eliminazione di staff e deleghe per i consiglieri comunali e dirigenti esterni, la possibilità di nomina di un membro dei Cda da parte dell’opposizione e, infine, i tagli alle spese di comunicazione.
Lo spettacolo che si prospettava all’orizzonte era quello di un possibile bagno di sangue e lotte nell’arena; la realtà invece è stata ben diversa: infatti il sindaco, i consiglieri di maggioranza (esclusi Pisacane e Casciello che comunque dopo un po’ hanno abbandonato l’aula) e gli assessori non si sono presentati lasciando l’opposizione, che sperava stavolta di stringere la morsa attorno alla gola di Aliberti, con un pugno di mosche.
Quasi tutti i presenti hanno espresso il loro dissenso sull’assenza della maggioranza definita dal consigliere Vitiello come una “misteriosa influenza epidemica che ha colpito giunta e consiglieri”; per Cucurachi il deserto tra i banchi avversari è “un importante dato politico che prova che non esiste più maggioranza nell’amministrazione Aliberti”; Pesce sostiene invece che “il negare la discussione necessaria sul bilancio offende la città e i cittadini”; Ambrunzo nota invece segnali che fanno capire che “la nave si inabissa e il primo a scappare è il capitano”; infine un indignato Grimaldi definisce il sindaco “un gallo sopra l’immondizia quando è in tv e un coniglio in consiglio comunale” riferendosi alle puntuali apparizioni televisive di Aliberti su Lira Tv.
Prima della fine non è mancata però la ciliegina sulla torta… Per gli spettatori accorsi non c’è stato rischio di rimanere a bocca asciutta perché a dare una succulenta stoccata davanti a presenti e giornalisti ci ha pensato l’avvocato Santocchio che, dopo aver lanciato con l’alleato salvati l’hashtag #scafatimeritadipiù, confessa: “Subisco intimidazioni dal fratello del sindaco che ha fatto richiesta di atti notarili di pratiche che mi riguardano dal ’91 ad oggi. Mi accusano di aver dato un posto di lavoro in cambio di appezzamento di terra. Denuncio la mia situazione per spronare eventuali altri consiglieri di minoranza che ricevono intimidazioni come me. Se mi succede qualcosa il mandante è lui!”.
Una volta finita l’infruttuosa seduta consiliare, il sindaco Pasquale Aliberti, riuscendo ancora una volta a guadagnare tempo magari anche per placare e pensare ad una strategia futura per attirare nuovamente a sé Identità Scafatese, risponde così dal suo profilo facebook : “Il Consiglio di questa sera è saltato perché motivi tecnici e personali costringevano molti della mia maggioranza all’assenza. Il Consiglio si farà a breve. Ringrazio tutti per la compattezza e la coesione dimostrata. Nei prossimi giorni ragioneremo sulle proposte politiche poste dai vari gruppi consiliari per rilanciare insieme questa Città”
Sulle dichiarazioni dell’avvocato Santocchio, e sulla battaglia a suon di post e foto sui social network tra quest’ultimo e suo fratello Nello, il sindaco dichiara: “Ancora una volta io e la mia famiglia siamo costretti a subire da una certa opposizione minacce, dichiarazioni mendaci e offensive che dimostrano in pieno il clima di violenza creato da una certa opposizione. Il consigliere Santocchio ha affermato in Consiglio che mio fratello Nello si sarebbe presentato assieme ad alcune persone, come lui lascia intendere poco raccomandabili, sullo studio di un notaio e fatto pressioni sullo stesso per ottenere documenti sulle proprietà dello stesso consigliere. Successivamente Santocchio afferma, riferendosi a mio fratello Nello <se mi accade qualcosa riterrò lui il mandante>. Ebbene, preoccupato per tali violenti e feroci dichiarazioni ho chiamato il notaio in questione che con testuali parole ha sbugiardato Mario Santocchio: <Nello Aliberti, da solo, è venuto da me e personalmente ho consegnato le carte richieste perché poteva averle. Ha chiesto di pagare il servizio. Mi dispiace per quanto sia stato dichiarato dall’avvocato Santocchio, assolutamente la vicenda non è andata come raccontata in Consiglio. Io lavoro con le verità tutti i giorni, per questo sono rammaricato. Se Nello Aliberti mi avesse minacciato non avrebbe ottenuto gli atti>.
Mario Santocchio continua a minacciare la mia famiglia e il motivo è il Centro Commerciale che non abbiamo mai voluto si realizzasse per tutte le conseguenze negative che avrebbe comportato nel settore commercio”.
E agli scafatesi non resta che attendere la convocazione del nuovo consiglio comunale dove ormai la politica sembra allontanarsi sempre di più tra strategie e nuove “solite tarantelle”.
Raffaele Cirillo