Ma oltre alla Napoli solare, ridente e gioiosa, vi è anche un’altra parte della città che è misteriosa con vicoli oscuri e cunicoli segreti come quelli di “Napoli Sotterranea” che fanno da contraltare alla Napoli precedentemente descritta.
L’esistenza di una Napoli “sommersa” è dovuta senz’altro alla presenza nel sottosuolo morfologico della città del tufo, una roccia friabile ma allo stesso tempo molto resistente e dunque utile per creare strutture, palazzi e castelli come il Maschio Angioino ed il Castel dell’Ovo.
La città di Napoli, sotto, è quasi completamente vuota; cava da oltre duemila anni quando i greci nel 400 a.C. iniziarono a scavare nel tufo delle cave per creare delle cisterne per raccogliere l’acqua piovana; successivamente, con i romani, il sistema idrico napoletano fu migliorato con la creazione di acquedotti sempre più ampi.
Con il tufo ricavato dagli scavi, i greci costruirono i primi edifici partenopei e 1700 anni dopo, l’opera di rifondazione urbanistica fu completata dagli Angioini che attinsero anche in questo caso la materia prima del tufo, dal sottosuolo.
Durante la seconda guerra mondiale, le cave ed i cunicoli sotterranei furono utilizzati dalla popolazione napoletana per sfuggire ai bombardamenti aerei; successivamente, dopo la guerra fino agli anni ‘60, le cave furono riempite di rifiuti e soltanto da pochi decenni i sotterranei di Napoli vengono considerati come luoghi da tutelare e da far ammirare sia alla popolazione autoctona che ai turisti.
Quando parliamo di Napoli Sotterranea, facciamo generalmente riferimento al sito più famoso, adiacente alla Piazza San Gaetano in prossimità di San Gregorio Armeno dove, all’interno del sito, possiamo osservare il luogo dove si nascondevano i napoletani durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, ma soprattutto ammirare l’acquedotto romano che trasportava l’acqua a tutta la città attraverso una fitta rete di cunicoli.
A poche decine di metri da Piazza San Gaetano vi è Via Anticaglia dove, entrando in un basso, (tipica abitazione napoletana posta a piano terra) si avrà la possibilità di accedere nell’antico teatro romano di Neapolis, dove Nerone teneva i suoi spettacoli con la plebe che era costretta a parteciparvi ed applaudire alle performance dell’ imperatore, pena la morte.
Ma come già detto in precedenza, Napoli e provincia, sono piene di cavità e gallerie come il tunnel Borbonico in prossimità del Palazzo Reale, fatto costruire in collegamento col mare dal Re Ferdinando II di Borbone per sfuggire ad eventuali rivolte popolari.
Il tunnel Borbonico si collega alla vicina nonché millenaria grotta del Chiatamone dove gli antichi veneravano il dio Mitra; la grotta adesso è stata trasformata nel “superlussuosissimo” Parcheggio Morelli nonostante le polemiche iniziali per aver trasformato un luogo storico in un’area riservata al parcheggio degli automezzi
Presso i Quarieri Spagnoli, in Via Sant’Anna di Palazzo, si scende per oltre quaranta metri di profondità per accedere ad un nascondiglio utilizzato anche in questo caso, durante la seconda guerra mondiale che poteva ospitare circa quattromila persone.
Le catacombe di San Gennaro, il cimitero delle Fontanelle, la grotta di Seiano, di Cocceio e quelle presenti nel sito Archeologico di Cuma dove è stata girata anche una famosa scena dei Sopranos’ sono posti straordinari che non possono solo essere elencati ma che meritano i dovuti approfondimenti.
Alessandro Di Napoli