Trovate a San Giovanni a Teduccio armi e proiettili

san giovanni teduccio clanScoperto arsenale della camorra in una palazzina popolare di via Pazzigno a San Giovanni a Teduccio.

I carabinieri, nello specifico, hanno ritrovato avvolti  in un lenzuolo tra rifiuti un fucile mitragliatore AK 47 (comunemente detto kalashnikov) completo di caricatore e una pistola semiautomatica calibro nove armata (ovvero con il colpo in canna) e nove proiettili nel caricatore. Molto probabilmente potrebbero essere le armi usate dai D’Amico la notte scorsa per festeggiare gli arresti subiti dal clan Formicola. Festeggiamenti consistenti nell’esplosione di numerosi colpi contro lo stabile dove risiedono esponenti dei gruppi criminali Rinaldi – Reale fedelissimi proprio dei Formicola.

Ormai è evidente come gli equilibri malavitosi nella zona siano saltati con i D’Amico – Mazzarella che potrebbero approfittare della momentanea debolezza degli avversari per scatenare una guerra finalizzata all’annientamento degli stessi. Logiche criminali di inaudita violenza che da anni hanno portato alla ribalta il potere camorristico e la capacità offensiva in particolare dei Mazzarella famosi  per la determinazione e la precisione dei propri gruppi di fuoco. Killer senza scrupoli oggi anche adolescenti in grado di colpire ovunque sul territorio partenopeo e a qualsiasi ora del giorno potendo contare su una santa barbara degna di un esercito regolare.

Il problema è che come molte associazioni di volontariato impegnate socialmente sul territorio hanno sempre affermato da decenni tutti sanno della camorra subendola quotidianamente ma ad oggi poco o nulla si è fatto per riqualificare un quartiere che necessiterebbe di adeguata scolarizzazione, occupazione e sana aggregazione sociale.

Sia chiaro: a San Giovanni a Teduccio vivono per la maggior parte famiglie oneste, studenti e lavoratori che a prezzo di enormi sacrifici riescono ad andare avanti onestamente. A causa però di criminali  e cocainomani consumati questa realtà appare in diverse zone come una roccaforte della camorra, un ghetto esteso dove lo Stato non riesce e forse realmente non vuole cambiare le cose. Questa precisazione la dobbiamo a chi nativo dei luoghi non ha mai avuto a che fare con la giustizia e non ci sta ad essere etichettato solo perché nativo della zona camorrista. Della serie: tutta una farsa anche a livello istituzionale? Crediamo e speriamo di no fidando nella coscienza civile chi dovrebbe governare con maggiore umanità e concretezza rispettando il diritto alla vita e la dignità di onesti contribuenti.

 

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.