E’ con una nota protocollata intorno alle 13 del primo di giugno che il sindaco di Scafati Pasquale Aliberti annuncia le sue dimissioni dalla carica di primo cittadino.
L’aria di tempesta che ormai soffia sulla scena politica scafatese da mesi, tra indagini, decadenza, commissione d’accesso e vari dissidi, non ha dato tregua ad Aliberti che, prende atto delle fratture nella sua maggioranza e comunica in questo modo ai membri del consiglio comunale la sua volontà di interrompere il suo secondo mandato da sindaco della città di Scafati.
Non è la prima volta che Pasquale Aliberti annuncia le sue dimissioni dalla poltrona di sindaco, l’ultima volta infatti, lo scorso 29 gennaio, dopo la batosta per la mancata decadenza e la sfumata occasione per la ricandidatura ad un terzo mandato, dal suo ufficio comunicava le sue difficoltà nel continuare a svolgere il ruolo di primo cittadino ed esigeva, per decidere di andare avanti, una maggioranza compatta che condividesse la sua visione politica e un percorso comune nell’interesse di Scafati.
Sono passati così sei mesi da quel 29 gennaio, ma le ultime divergenze coi consiglieri di Identità Scafatese, gruppo nato in seno alla maggioranza, sembrano non riuscire ad appianarsi e permettere al sindaco di riprendere le “redini” della sua squadra e conservare una concreta superiorità numerica in consiglio.
I consiglieri fedelissimi Marra, Formisano, Berritto e Del Regno si esprimo sulle dimissioni senza risparmiare colpi al gruppo di Identità Scafatese: “In questi tre anni abbiamo lavorato per la nostra Città e soprattutto, così come avrebbe fatto qualsiasi componente di una famiglia, non abbiamo mai acceso i riflettori sugli assenteisti, ovvero, su quelle persone che pur facendo parte di questa maggioranza, di fatto, non hanno mai partecipato in questi tre anni alla vita amministrativa della stessa. Abbiamo condiviso, inoltre, la scelta di far entrare nell’esecutivo persone che addirittura non erano state elette dal popolo, ma tutto questo, alla fine probabilmente non è bastato a coloro i quali, come annunciato già da qualche settimana avevano deciso di “cambiare tavola” e per questo motivo, in maniera premeditata hanno posto delle richieste rispetto alle quali, l’intento non era affatto la condivisione con questa maggioranza ma, una vera e propria imposizione finalizzata alla rottura. Siamo stati accusati di “logica personalistica”, e per rispetto di chi ancora fino ad oggi ritenevamo far parte di questa maggioranza, abbiamo evitato di rispondere. Abbiamo fatto silenzio quando hanno ribadito che non avevano fatto richieste personali. Non era vero. Cosa abbiamo prodotto noi in questi anni, preferiamo siano i cittadini a giudicarlo, l’unica cosa certa è che mai abbiamo fatto richieste finalizzate al voto si o al voto no. Mai, in questi anni noi altri, abbiamo consentito a persone estranee a questa amministrazione di interferire nella gestione della cosa pubblica. Mai, avremmo pertanto, potuto accettare di subire il capriccio di sentimenti personali. Se i consiglieri Cirillo&Co. , hanno dichiarato di prendere le distanze da questa maggioranza a noi non resta che guardare avanti lasciandoci alle spalle il passato. Noi, resteremo fermi alle nostre responsabilità nel bene e nel male fino alla fine. La nostra dignità vale molto di più di qualsiasi poltrona. L’unica cosa che ci interessa, è governare con una squadra di persone che guardano con noi nella stessa direzione”.
Lo scorso 25 maggio al consiglio sul bilancio Aliberti era riuscito a schivare la pallottola, con le aule deserte e una maggioranza assente in attesa di un’intesa vincente; intanto il prossimo 8 giugno il nuovo consiglio su approvazione del bilancio e piano economico finanziario sulla gestione dei rifiuti probabilmente segnerà la prova del nove e, per come siamo abituati, potrebbe riservare colpi di scena dato che il ritiro delle dimissioni resta ancora per alcuni giorni una carta che Aliberti potrebbe decidere di giocare se il vento ritornerà a soffiare in suo favore. Staremo a vedere.
Raffaele Cirillo