Subito “l’avvelenata” si è messa in giro e sono spuntate le voci sulle cordate e le alleanze che si erano create nel corpo già dall’inizio dell’anno, quando si era saputo che Rosita Luongo avrebbe lasciato a giugno, come poi davvero è successo. Sottovoce si dice che la nomina si frutto di accordi derivati dal passaggio in maggioranza di Gaetano Campanile, che sino a poco tempo fa militava tra le fila dell’opposizione.
Insomma, chiacchiere e parole in libertà che non si sa quanta e quale verità conservino al loro interno. E questo è successo perché in tutti questi anni nel corpo dei caschi bianchi boschesi hanno sempre regnato, anche se nascoste alla perfezione, la discordia e il dissidio. Contenuti, ma sempre vivi sotto pelle. Dunque, la designazione, arrivata dopo alcuni nomi fatti girare negli ultimi tempi, più come specchietti delle allodole che altro. Poteva farlo, il sindaco, si chiede la cittadinanza, senza un regolare concorso? Certo. Poteva farlo, in attesa di emanare il bando e di espletare il concorso. E dunque così è andata.
Tuttavia, la storia “avvelenata” dell’amministrazione Balzano non finisce qua. È saltato un consiglio comunale per mancanza di numero legale. Alla fine erano presenti più consiglieri di opposizione che di maggioranza. Ovviamente, l’opposizione è stata compatta nell’abbandonare l’aula e tutto è finito in un “amen”. Riconvocata, dunque l’assemblea, per la prossima settimana, martedì sette giugno alle 10.
Argomenti scottanti all’ordine del giorno: piano delle alienazioni e valorizzazione, da allegare al bilancio di previsione 2016; approvazione regolamento per l’alienazione del patrimonio immobiliare; approvazione rendiconto di gestione relativo all’esercizio finanziario 2015; approvazione programma triennale delle opere pubbliche 2016-2018 ed elenco annuale 2016; approvazione Documento unico di programmazione; approvazione bilancio di previsione per l’esercizio 2016.
E, intanto, a mezza voce si racconta di ingiunzioni per centinaia di miglia di euro che il comune sarebbe stato condannato a pagare perché negli anni passati si erano realizzate opere pubbliche e non erano stati pagati i proprietari dei suoli espropriati. Da qui, i ricorsi e le condanne.