Dall’ altro lato la lista del Partito Democratico che ha presentato il candidato sindaco scelto con le primarie e ha tenuto dentro solo tre consiglieri uscenti integrando la formazione con nove professionisti e giovani del territorio selezionati dal Pd locale, che per regola interna ha chiesto a tutti i candidati il casellario giudiziario e i carichi pendenti.
Per la realtà conservatrice vesuviana quella del Pd è stata la vera rivoluzione politica. La tornata elettorale di quest’anno porta con sé la grande novità, ovvero per la prima volta è candidato alle elezioni amministrative un partito di livello nazionale come il Pd. Scelta presa con coraggio dal vertice locale democrat guidato da Peppe Panico e del candidato sindaco Salvatore Sannino , ma soprattutto grazie alla spinta di centinaia di militanti che chiedevano un prosieguo del percorso democratico avviato.
Il vero sconfitto di questa tornata è il metodo machiavellico delle trame e degli sgambetti incrociati tipici della Prima Repubblica, senza però avere gli stessi protagonisti in campo.
Ha vinto la politica della condivisione, della trasparenza, della correttezza e della progettualità e, nonostante i veleni mossi soprattutto da chi è rimasto fuori della competizione, la fine della campagna elettorale guarderà ad una nuova San Sebastiano al Vesuvio. Se migliorata o meno, ai posteri l’ardua sentenza.
Per ora ci piace guardare ad una formazione che ha proposto un serio progetto di governo e stabilità per i prossimi anni che ha visto l’arrivo in città dei big del Pd e partire dalla segretaria regionale Assunta Tartaglione con l’on. Ernesto Carbone della segreteria renziana, sino al sen. Enzo Cuomo.