Si spara a Bagnoli, Stato assente: di speranza e chiacchiere non si vive

esercito ornamentale

Si torna a sparare a Bagnoli: la scorsa note alcuni individui a bordo di uno scooter hanno esploso diversi colpi di pistola in aria lungo via Ascanio.  La pista battuta in queste ore dagli inquirenti, che tentano di far luce sul terzo episodio di mala avvenuto in meno di una settimana nella zona, è quella di una divisione interna al gruppo Giannelli.

A monte della scissione nel gruppo (non esiste sentenza che parla di clan) del ras Alessandro Giannelli (attualmente detenuto) l’evasione clamorosa di Felice D’Ausilio, nipote del boss Domenico D’Ausilio (alias don Mimì), che avrebbe indotto alcuni ex fedelissimi proprio dei D’Ausilio a lasciare il giovane Giannelli per “rientrare nei ranghi” della vecchia famiglia.

Questo l’identikit di Alessandro Giannelli: originario di Cavalleggeri il baby boss si era imposto rapidamente nel sistema della zona flegrea con inaudita violenza e grande ascendente sui giovani stringendo alleanze di ferro, secondo alcune indiscrezioni, con la cupola di Secondigliano.

Le vecchie famiglie hanno tentato di colpire Giannelli trasversalmente tendendo il primo maggio scorso un agguato al figlio minorenne che però riuscì a salvarsi grazie ad un’incredibile prontezza di riflessi. Il giovane solo ferito ad un gomito dai sicari si accasciò al suolo simulando di essere morto: tale farsa fu messa in essere talmente bene da convincere i killer che si diedero repentinamente alla fuga.

Una vera e propria guerra tra vecchio e nuovo sistema combattuta senza esclusioni di colpi per il controllo degli affari illeciti sul territorio e non solo: farebbero gola alla camorra gli oltre 270 milioni di euro in arrivo per Bagnoli Futura.  Una lavatrice ideale per ripulire il denaro sporco, la possibilità concreta di investire nel lecito, insinuandosi così ancora più a fondo nel tessuto produttivo “onesto” partenopeo.

A Napoli ormai si fatica a distinguere il lecito dall’illecito: una realtà sociale in cui conta solo chi può e appartiene a qualche potente, politico, massone o camorrista.

Per la gente onesta sono tempi duri, ma veramente duri: si è numeri, non si conta nulla in ogni  contesto, istituzionale, lavorativo o sociale. Tutti sanno ma nessuno muove un dito. Ed ecco che per la fila (tanto per fare un esempio) in alcuni uffici delle entrate (e non solo)  non si parte dal numero 1 ma dal 7: anche arrivando all’alba, senza mai vedere però queste fantomatiche 7 persone chi siano e dove si trovino.

Bagnoli è ormai come buona parte della periferia partenopea in balia degli eventi: questo il risultato di inadeguata scolarizzazione, mancanza di occupazione e dispersione sociale. Lo Stato a questo sfacelo risponde con unità ornamentali dell’esercito e con un numero maggiore di volanti in servizio sul territorio. Della serie: se non si deciderà di combattere sul serio la malavita organizzata a Napoli e nell’hinterland vesuviano continuando di questo passo in questi luoghi  resteranno solo pensionati e camorristi. Perché sia chiaro che di speranza e chiacchiere non si vive ne si costruisce alcun che per il futuro.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.