Napoli, la camorra attacca nella note: agguato ad un pusher e bomba carta in un pub

agguatoCamorra scatenata a Napoli: nella stessa notte raffica di colpi esplosi nel Rione Traiano con una mitraglietta (ritrovati oltre 70 bossoli) contro il presunto pusher Raffaele Pezzuti che è rimasto miracolosamente solo ferito ad una gamba e bomba carta a Fuorigrotta che ha distrutto un pub in via Luigi Tansillo.

Due episodi che riportano drammaticamente alla ribalta il riaccendersi delle ostilità tra i clan operanti nella zona per il controllo degli affari illeciti. Sulla carta l’agguato a Raffaele Pezzuto doveva essere mortale: in due su una moto avrebbero aspettato l’uomo sotto casa per poi sparargli contro con un’arma automatica calibro 9. Decine e decine di proiettili che hanno danneggiato auto in sosta sul posto e tubature dell’acqua lasciando a secco numerose abitazioni.

Lievi le ferite riportate dalla vittima che dopo essere stato medicata presso l’ospedale San Paolo ha fatto ritorno a casa prima dell’alba. Guerra su tutti i fronti e senza esclusione di colpi. Secondo alcune indiscrezioni trapelate da ambienti investigativi i killer oltre a voler uccidere Pezzuto, miracolosamente uscito quasi illeso dall’agguato, avrebbero voluto nel contempo mostrare la propria capacità offensiva esplodendo un numero spropositato di proiettili di grosso calibro con estrema calma, ovvero senza fretta alcuna anche nell’abbandonare il sito del raid.

In merito alla distruzione dell’attività ristorativa in via Tansillo si parlerebbe di racket: un’esplosione tremenda che intorno alla mezzanotte ha incenerito in pochi minuti il pub che fortunatamente era chiuso al pubblico.

Equilibri saltati, baby ras emergenti, vecchie camorristi determinati a riprendersi il territorio: un caos assoluto all’interno del sistema criminale partenopeo che faticherebbe a ritrovare compattezza e unità d’intenti a causa degli interessi diversi dei clan coinvolti. I mega appalti per Bagnoli Futura (oltre 270 milioni di euro), i lavori di ampliamento del porto e altre opere strutturali farebbero gola ai giovanissimi ras che tenterebbero con inaudita violenza di eliminare fisicamente in poco tempo le vecchie famiglie.

Una carneficina a oltranza a cui ad oggi lo Stato ha contrapposto una debole risposta, aumentando il numero di volanti in città e utilizzando in modo ornamentale unità del’esercito. Ma si sa: se non ci scappa prima il morto ammazzato per sbaglio, innocente e trovatosi sul posto per caso nessuno a livello istituzionale sembra accorgersi della gravità di un’emergenza che compromette drammaticamente il vissuto di migliaia di famiglie.

La politica? Troppo impegnata a racimolare voti e acquisire potere per dar peso al cancro sociale che letteralmente sta divorando Napoli.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.