“Dal rapporto, riferito al 2015, emerge che nonostante un generale miglioramento delle acque di balneazione, in Campania risultano ancora siti non balneabili – spiega – la maggior parte compresi nel tratto costiero tra Castellammare e San Giovanni”. “A questo quadro si aggiunge che la delibera di Giunta regionale 863 del 29 dicembre 2015, sulla base dei controlli eseguiti dall’Arpac, riferiti al periodo dal 1 aprile al 30 settembre delle ultime quattro stagioni balneari (dal 2012 al 2015) – aggiunge ha definito la classificazione della acque ai fini della balneabilità delle zone costiere per la stagione 2016 nelle seguenti classi: scarsa, sufficiente, buona, eccellente”.
“Per ciascuna acqua di balneazione classificata ‘scarsa’, le Autorità competenti dovranno adottare, ad apertura della stagione balneare, adeguate misure di gestione, incluso il divieto di balneazione – sottolinea – per impedire l’esposizione dei bagnanti all’inquinamento e l’individuazione delle cause e delle ragioni del mancato raggiungimento dello status qualitativo ‘sufficiente’ e adottare quindi misure per ridurre o eliminare le cause di inquinamento”. “Appare evidente come questa situazione possa avere pesanti ricadute oltre che sullo stato dell’ambiente e sulla salute dei cittadini campani e sul turismo balneare regionale essendo appena iniziata la stagione turistica 2016 – conclude – Chiediamo alla Giunta quali azioni abbia adottato per individuare e rimuovere le cause di inquinamento e migliorare lo stato delle acque di balneazione nelle aree in cui queste sono risultate di qualità ‘scarsa’”.