Radio mala parlerebbe di un bisogno immediato di denaro da parte dei clan della zona che si starebbero riarmando in vista di conflitti con gruppi criminali operanti in quartieri confinanti per il controllo degli affari illeciti sul territorio. Ormai gli equilibri di camorra a Napoli sembrerebbero saltati: giovani boss contro le vecchie famiglie del sistema in una lotta senza esclusione di colpi che vede come protagonisti ragazzi poco più che adolescenti. Gli investigatori secondo alcune indiscrezioni si starebbero concentrando sulla pista che vorrebbe all’interno del’istituto bancario di Piedigrotta una talpa: un’ ipotesi che, se confermata, potrebbe imprimere una rapida svolta alle indagini evidenziando come il crimine organizzato si avvalga spesso di insospettabili, casalinghe, pensionati e persino diversamente abili pur di colpire senza destare sospetti. Non è un caso che i gruppi di fuoco dei clan siano composti da adolescenti e che tra i figli papà della Napoli bene sarebbero ultimamente emerse frequentazioni con boss di primo piano della camorra partenopea. Siamo alle solite: senza scolarizzazione, occupazione e sana aggregazione sociale è impensabile combattere il cancro della camorra puntando su unità ornamentali dell’esercito e su un numero maggiore di volanti dispiegate sul territorio.
Chi, come lo scrivente, vive a Napoli e si rapporta quotidianamente con questa realtà sa bene di cosa si parli: altro che promesse elettorali e santoni della domenica, qui si può essere ammazzati da persone per bene (nel migliore dei casi picchiati selvaggiamente) solo per aver guardato senza malizia un attimo di troppo il guappetto di turno.
Riecheggiano ancora le parole di un giovane onesto residente nel rione Sanità che intervistato dal nostro giornale aveva dichiarato : “Per quanto mi riguarda, alla Sanità lo Stato non c’è e non c’è mai stato. Ai miei figli dico di scappare da questa terra di inoccupazione, corruzione e camorra”.
Aggiungere altro sarebbe veramente superfluo.
Alfonso Maria Liguori