A proposito di Pupi e Pupari, di certo non è decoroso quanto sta accadendo nel teatrino amministrativo pompeiano.
Palazzo De Fusco diventa sempre più terreno di disfide, non certo tra maggioranza ed opposizione, serie compagini di cui a Pompei manca del tutto il segno, ma soprattutto tra maggioranza e… maggioranza. E così invece di lavorare per il rifacimento di “tutte” le strade cittadine si fa a gara tra chi deve accaparrarsi il merito per dei lavori ad una strada che da anni gridava vendetta. All’indomani dell’annuncio di Uliano dell’ inizio dei lavori per il rifacimento della Seconda traversa di via Messigno, cominciano i litigi. E tutti a rivendicare il “merito” di un intervento più che dovuto e più che in ritardo.
Il comitato civico stuzzica, il sindaco si fa scappare una pubblica “concessione” e i poveri consiglieri sono costretti ad inseguire per accreditarsi il merito.
Una strada, che rifarla non avrebbe rappresentato altro che il dovere di una amministrazione “seria”, diventata il “pomo della discordia”, l’ennesimo, ultimamente, contrasto tra un sindaco ed un manipolo di consiglieri che da determinanti per le sorti dell’amministrazione cominciano a sentir venir meno il terreno da sotto i piedi. Che brutta figura.
Una figuraccia della quale sia sindaco e vice, sia i consiglieri di Alternativa Pompeiana, nonché i restanti consiglieri di maggioranza nemmeno si rendono conto alimentandola con dichiarazioni su i giornali e comunicati ufficiali dei vertici amministrativi.
“Il merito è mio!…”, “…l’ho fatta aggiustare io”. “Siamo noi che stiamo lavorando per progettare etc,etc…”.
E ancora: «Se c’è qualcuno titolato a rivendicare la paternità di un’opera quello è il primo cittadino» avrebbero affermato Sorrentino, Malafronte, Conforti, Robetti, De Martino, Del Regno e Vitulano. E infine «Nessuno può o deve mettere il cappello su nulla»… solo il sindaco!
E intanto la strada della periferia sud della città continua a gridare vendetta in attesa che un problema così grave e assolutamente inaccettabile, per una città civile quale Pompei pensa di essere, venga risolto, non per dare la possibilità a qualche amministratore di fregiarsi di un merito che fino ad ora era solo un indegno demerito, ma semplicemente per ridare un briciolo di dignità ad un quartiere e a dei cittadini che, speriamo, questa volta siano riusciti ad aprire gli occhi, a capire da chi sono amministrati e ad agire per il loro bene nelle urne alla prossima occasione.
Il testo integrale del comunicato del Comune recita: “Questa mattina, nel leggere le dichiarazioni di alcuni consiglieri di maggioranza in merito al restyling di via Messigno sono rimasto alquanto perplesso. In virtù del duplice ruolo da me rivestito, di assessore alla Viabilità e alle Finanze da un alto (probabilmente doveva essere “da un lato”, ma così è nel comunicato) e vicesindaco dall’altro, ritengo opportuno fare delle precisazioni. Prima di procedere con i lavori, d’intesa con il sindaco, ho personalmente effettuato tre sopralluoghi assieme ai tecnici comunali incaricati. Prima ancora mi sono preoccupato di spostare 40mila euro in bilancio proprio per finanziare questo intervento. Si tratta di operazioni effettuate a nome dell’Amministrazione Uliano e non certo a titolo personale. D’altro canto il Sindaco rappresenta l’intera Amministrazione, giunta e consiglieri tutti e agisce in nome e per conto dell’amministrazione che rappresenta”.
A parlare è il vicesindaco Pietro Orsineri che commenta così la polemica sollevata dal gruppo di Alternativa Pompeiana in merito all’intervento in corso su via Messigno.
Una posizione, quella del numero due di Palazzo de Fusco, condivisa anche dagli altri consiglieri di maggioranza.
“È una semplice regola di democrazia, valida in ogni paese civile – commentano Sorrentino, Malafronte, Conforti, Robetti, De Martino, Del Regno e Vitulano – Ogni azione amministrativa destinata alla collettività viene eseguita in virtù del mandato elettorale che i cittadini pompeiani hanno conferito al sindaco Ferdinando Uliano e a nessun altro. Gli assessori, i consiglieri tutti fanno parte di una squadra, non giocano da battitori liberi. Per questo motivo, per questa basilare regola democratica siamo rimasti basiti dalle dichiarazioni dei consiglieri di Messigno. Se c’è qualcuno titolato a rivendicare la paternità di un’opera – qualsiasi essa sia e in qualsiasi parte della città essa venga effettuata – quello è il primo cittadino. Nessun altro. L’opera amministrativa è frutto di un lavoro corale. Nessuno può o deve mettere il cappello su nulla. La tutela dei singoli feudi a discapito della collettività non è consentita in questa amministrazione e, comunque, si tratta di una pratica medievale abolita, per fortuna, da diversi anni”.
E sì! Qualcosa si è già abbondantemente rotto nel giocattolo del Messia pompeiano, ma niente paura, qualche furbo stratega sta già imbastendo una soluzione. A pagarne le spese, nel caso, sarà solo il gruppo “ex determinante” nell’assise pompeiana, quello cosiddetto di “Messigno” che le sta provando proprio tutte per mostrare di essere vicino ai propri elettori, ma proprio non ce la fa e intanto rischia di veder evaporare il proprio peso politico.
Che brutta cosa fare a gara per aggiudicarsi le briciole di un’azione amministrativa che, nel nulla assoluto, dimostra tutto il suo fallimento.
Gennaro Cirillo