Riprende la guerra D’Ausilio-Giannelli: “…Ne devono andare persone a terra”

sparatoriaI D’Ausilio riconquistano territorio dopo l’evasione del boss Felice (nipote del ras Domenico alias “Mimì”): in questa ottica si inquadrerebbe l’omicidio a Coroglio del parcheggiatore abusivo Gaetano Arrigo vicino al gruppo Giannelli.

Sei i colpi  di pistola esplosi dai killer che hanno centrato la vittima al volto e al torace: l’uomo è spirato in ospedale dove è stato prontamente trasportato da un’unità del 118 allertata da alcuni passanti. Il messaggio per gli inquirenti è rivolto al gruppo di Alessandro Giannelli: a supporto di tale ipotesi investigativa il raid messo a segno poche ore prima dell’omicidio di  Gaetano Arrigo probabilmente dallo stesso commando contro il bar della famiglia Giannelli sito a Cavalleggeri in via Rizzo. Esplosi contro la saracinesca dell’attività commerciale numerosi colpi di pistola: nel contempo gli artefici del blitz avrebbero pestato un 16enne che si trovava fermo proprio davanti all’ingresso del bar colpendolo alla testa con il calcio della pistola. Sembra che il ragazzo si fosse rifiutato in malo modo di spostarsi costringendo il commando ad atterrarlo per evitare conseguenze peggiori.

Questo dato farebbe pensare a professionisti: freddi, precisi e soprattutto determinati a colpire solo i bersagli e nessun altro in vecchio stile camorristico. Ancora una volta purtroppo dalle pagine del giornale avevamo anticipato i tempi preannunciando dopo l’evasione di Felice D’Ausilio la ripresa delle ostilità con gli acerrimi rivali del gruppo Giannelli.

Radio mala non avrebbe dubbi: i D’Ausilio vogliano sterminare i Giannelli. Presuntuoso e avventato sarebbe apparso il boss Alessandro Giannelli a chi nella malavita del posto c’è nato e cresciuto: il baby boss potrebbe però avere un asso nella manica. Si parlerebbe infatti di legami, persino familiari, con la cupola di Secondigliano: se così fosse con l’omicidio di Arrigo e l’attentato al bar dei Giannelli potrebbero scendere i campo i fortissimi alleati del ras Alessandro dando vita ad una vera e propria carneficina.

I residenti vivono ormai nel terrore di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. “Ne devono andare persone a terra: è solo l’inizio…”: questo lo sfogo di un noto  commerciante di Cavalleggeri (a cui abbiamo garantito l’anonimato) che aggiunge: “Basta con le pagliacciate dell’esercito in presidio fisso e con le volanti che fermano i bravi ragazzi: la camorra si combatte con l’istruzione e il lavoro altrimenti è tutta una farsa. I nostri ragazzi sono infatuati da questi criminali e noi da genitori speriamo che un giorno possano andar via da questi luoghi di morte e disoccupazione”.

Per l’ennesima volta concludiamo: e qui fu Napoli.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.