Napoli, nuova scissione nel clan Amato – Pagano: il summit si conclude con due morti

20140709_73758_napoli-omicidio-viaduomo-ilmattino--20-Finisce in mattanza in un appartamento sito in via Giulio Cesare a Melito un summit per appianare divergenze interne alla cosca degli storici scissionisti Amato – Pagano.

Due morti e due feriti gravi, tra cui un 15enne nipote del boss Cesare Pagano insieme ad un 20enne amico del ragazzo. Perdono la vita il 32enne Alessandro Laperuta e il 30enne Mohammed Nouvo (di origini tunisine) entrambi centrati da proiettili di pistola calibro 7,65: il primo muore sul colpo colpito dai killer sul balcone dell’appartamento il secondo, ricoverato all’ospedale di Giuliano, spira poche ore dopo il raid.

Particolare la posizione del 15enne che giunge all’ospedale di Giuliano in un secondo momento accusando ferite d’arma da fuoco all’addome: fuori pericolo si trova adesso piantonato presso il nosocomio Cardarelli di Napoli.

Dietro questa strana riunione tramutatasi in un vero e proprio agguato ci sarebbe una scissione all’interno del clan Amato e lo zampino della Vanella Grassi. Gli inquirenti temono una ripresa delle ostilità all’interno della cupola di Secondigliano per il controllo delle piazze di spaccio sul territorio. Una sorta di ulteriore scissione degli storici scissionisti Amato –Pagano acerrimi nemici dei Di Lauro  attualmente capeggiati dal boss latitante Marco). A complicare le indagini il muro di omertà che da sempre protegge i camorristi: il regolamento di conti di via Giulio Cesare a Melito è avvenuto intorno alle 13,00, quindi in pieno giorno e in un quartiere popolatissimo.

Eppure nessuno ha visto o sentito nulla. E non c’è da meravigliarsi: pretendere che un onesto cittadino sfidi il sistema di Secondigliano, gli “scissionisti” che vantano forze offensive degne di un esercito regolare avvalendosi della debole azione messa in essere ad oggi dallo Stato è francamente follia pura.

Tuonino pure i retorici e i falsi moralisti della scuola dell’obbligo: in certe realtà se sgarri, se sfidi la camorra vieni perseguitato sotto il profilo sia psicologico che fisico e quando non riescono a colpirti direttamente scattano le vendette trasversali. Altro che fiction come Gomorra: la realtà supera di gran lunga la narrazione cinematografia della logica camorristica. Gli onesti residenti subiscono da sempre tentando di farsi amico qualche boss dei luoghi per stare “tranquilli”.

Se si pensa di combattere lo strapotere di certa gentaglia, collusa con la mala politica e l’imprenditoria deviata, con unità ornamentali dell’esercito e aumentando il numero di volanti sul territorio si è sconfitti in partenza. Adeguata scolarizzazione, occupazione e sana aggregazione per una Napoli in agonia o si continuerà ad assistere passivamente alla morte violenta di giovani poco più che adolescenti. Questa è la cruda realtà: i comizi li lasciamo a chi ha ancora il coraggio di declamare pubblicamente: “ M ‘o’ vec ‘io”.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.