Non si placano le indagini delle forze dell’ordine sul caso della piccola Maria trovata morta in un hotel del beneventano. La bimba, dopo l’autopsia, è stata prima violentata e poi successivamente uccisa. A tal proposito è stato indagato un 20enne, rumeno, che sarebbe stato l’ultimo ad avere dei rapporti con Maria prima di essere uccisa.
Sempre dall’autopsia, si è notato come la bimba avesse anche dei graffi sopra la schiena che potrebbero incastrare il giovane rumeno: se venissero trovate tracce di DNA sul corpo della piccola, la sua posizione potrebbe essere seriamente aggravata. L’aspetto che più fa rabbia ai genitori della piccola è che il 20enne, ormai da tempo, poteva essere considerato una persona di famiglia: passava con loro moltissimo tempo e veniva aiutato a cercare lavoro.
La piccola Maria, secondo i risultati ufficiali, dopo essere stata violentata è morta per annegamento. E’ fondamentale, ora, riuscire a capire a quando risalgono le violenze e soprattutto se si trattasse di un episodio isolato. Sarà compito dei carabinieri riuscire a fare luce sulla vicenda anche se le condizioni meteo degli ultimi giorni non permettono delle analisi specifiche sul luogo del delitto.
Ciò non significa, però, che le indagini sono ferme: è stata perquisita l’abitazione del giovane rumeno, Daniel, per cercare di capire se ci fosse un collegamento con la bambina che potesse avvalorare la tesi dell’omicidio. Il 20enne è tornato a casa dopo l’interrogatorio ma rimane comunque il primo e unico nome sul registro degli indagati.
Quello che più mette in difficoltà i carabinieri, è il luogo del ritrovamento del corpo: la piscina. Quest’ultima non aveva una profondità tale da causare la morte immediata della piccola, anche se comunque non sapeva nuotare. Maria, inoltre, non ha mai toccato il fondo ne le pareti della piscina. Quindi significa che si trovava in acqua quando ormai era senza sensi: e allora cosa è successo prima? Fondamentale sarà ricostruire gli ultimi momenti di vita della piccola.