Sparatoria tra due auto in corsa nella notte a Corsa Malta: ritrovati sul posto numerosi bossoli calibro 9 esplosi quasi sicuramente da una pistola semiautomatica. Gli inquirenti temono una frattura all’interno dell’asse Contini – Mazzarella: due clan operanti nelle zone attigue a Corso Malta e dotati di un potenziale offensivo rilevante.
Un esercito di affiliati nelle rispettive fila con gruppi di fuoco spietati composti spesso da insospettabili minorenni. Se l’ipotesi degli investigatori fosse giusta la città sarebbe prossima a vivere l’ennesima guerra di camorra per il controllo degli affari illeciti. Radio mala parlerebbe di equilibri saltati all’interno del crimine organizzato partenopeo e della corsa al riarmo di alcun clan storici determinati a non sfarsi schiacciare dai cosiddetti baby boss.
L’ignoranza, l’inoccupazione e l’abbruttimento sociale che regna in certi quartieri facilita enormemente il lavoro dei camorristi: per poche centinaia di euro e forse uno scooter (lo ribadiremo sempre perché tale dato è stato evidenziato dai pentiti) giovanissimi vendono la propria vita al sistema seguendo un miraggio di grandezza che invece conduce inesorabilmente al cimitero o al carcere. In questo marasma la politica non può restare a guardare: Napoli tradita per decenni da chi ha male amministrato, umiliata dalle collusioni e dalla corruzione di figure istituzionali bacate, macchiata da chi ha pensato solo ad arricchirsi usando le potenzialità della capitale del mediterraneo senza mai avere un minimo di rispetto e amore per la città.
Come in una tarantella i politici perseguendo il proprio meschino tornaconto vendono e comprano Napoli a loro piacimento: ignorano la disperazione di chi vorrebbe vivere onestamente e non vi riesce, dei maleodoranti vicoli e dei quartieri ghetto a cui molti potenti, anche politici nazionali, guardano come visitatori che si recano allo zoo. Animali sociali pericolosi, da usare al momento opportuno e schiacciare un attimo dopo relegandoli in bare di cemento senza colore.
Un simile scenario è troppo miserabile per essere contemplato passivamente. Della serie: l’inferno per chi è nato e cresciuto in certe realtà è quotidiana routine, non v’è bisogno alcuno di attenderlo in altra realtà o dimensione paventata da credi religiosi o pseudo tali.
Alfonso Maria Liguori