Il periodo preso in considerazione dagli inquirenti è quello compreso fra il 2007 e il 2015 quando l’Union Europea incominciò a chiedere allo Stato italiano delle garanzie per quanto riguarda l’utilizzo delle discariche che, essendo prive di misure di sicurezza, erano fortemente inquinanti.
Sui circa 200 siti pericolosi di stoccaggio nazionali, solo 48 sono presenti in Campania ed è qui che nascono i problemi. Sia Bassolino che Caldoro, infatti, non hanno fatto nulla per rispettare le direttive europee e le discariche sono diventate un vero e proprio pericolo per la popolazione.
Per entrambi, comunque, non ci sono stati avvisi di garanzia perchè si tratta di un’indagine condotta dalla magistratura contabile.
Ad onor del vero, però, con la giunta di Caldoro qualcosa si iniziò a muovere in quanto il Presidente mise a disposizione dei fondi per poter riparare ai danni del passato e mettere in sicurezza le discariche (provando a fare anche delle bonifiche). Purtroppo, i Comuni interessati da queste difficoltà sono rimasti totalmente immobili ed ora l’Unione Europea ha commissionato all’intero Stato italiano multe salatissime.
Tuttavia, i Comuni interessati, per la maggior parte, si trovano in provincia di Napoli e di Salerno (quasi 17 a testa), e i restanti equamente divisi fra Caserta, Avellino e Benevento.
E’ sbagliato, però, pensare a queste discariche come a dei grossi siti di stoccaggio come per esempio possono essere quelli delle eco balle. Molto spesso si ha a che fare con piccole discariche, alcune delle quali anche interrate.
Per questo motivo era fondamentale compiere una bonifica del territorio circostante il sito ma ancora una volta la politica rimane totalmente immobile rispetto ai problemi del quotidiano. Lo Stato italiano forse può perdonare, l’Unione Europea no.
Gennaro Esposito