Riunione tra le rappresentanze dell’EAV e i sindacati autonomi

circumvesuvianaIeri 30 giugno si è tenuta una riunione tra i rappresentanti aziendali e quelli sindacali presso la sede di Confindustria della Provincia di Napoli. L’amara sensazione provata dalle rappresentanze dell’Or.S.A. (Organzzazione Sindacati Autonomi) è che poco di sindacale è emerso dalla lunga e velleitaria discussione. Il piano di ” Aziendale” proposto ai Sindacati, ricalca in pieno altre azioni già intraprese negli anni tra il 2010 e il 2012, sia in termini di recupero di risorse, che in termini di personale impegnato nel predetto recupero. Questa azione ha portato ad una contrazione del costo del personale e, contestualmente ad una riduzione del salario per i lavoratori direttamente legati all’esercizio ferroviario, pertanto riproporre le stesse azioni di recupero sempre e soltanto a chi, in questi ultimi cinque anni ha “tenuto a galla” l’azienda, impegnandosi in prima linea e, sulla propria pelle, direttamente a contatto con l’utenza, pagando per colpe non proprie un grosso prezzo in termini di condizioni di lavoro e di stress ad esse correlato, pare una scelta poco felice, oltre che pregna di grandi conflittualità.

 

L’aspetto peggiore, secondo l’Or.S.A. è che i punti proposti dal piano sono stati stabiliti “per decreto” da una delibera della Giunta Regionale pertanto, a detta dei vertici EAV, essi sono intoccabili, quando ci sarebbero state ben altre azioni da poter mettere in campo, e la riunione è stata un paradosso perché è stata proposta una discussione su qualcosa d’indiscutibile. Il piano nulla prevede per il rilancio del TPL su ferro, ne’ si pensa a come recuperare quelle ampie fette di mercato della mobilità perse a vantaggio del trasporto privato e su gomma, a come allargare la fascia oraria di esercizio per permettere ai pendolari di raggiungere e di ripartire da Napoli in orari consoni alle proprie esigenze lavorative, a come consentire una migliore mobilità alle migliaia di turisti che, se vogliono raggiungere la costiera in treno, devono rientrare per le 21:37 (orario dell’ultimo treno da Sorrento) addirittura più di due ore prima di Cenerentola. Giova ricordare che il management aziendale è pressoché invariato, e che persino il precedente amministratore unico Polese aveva individuato sia nell’alto numero di dirigenti, che nell’altissimo numero di funzionari, un costo improponibile per l’azienda, prevedendone un taglio consistente, successivamente anche il commissario ad acta Voci aveva convenuto su ciò, ora però di queste proposte nulla rimane, a riprova dell’iniquità e della miopia della classe politica che ha votato il decreto che contiene il piano presentato, infatti l’unica via prevista, lo si ripete con forza, è la “solita riduzione del costo del personale agendo su forzature interpretative e fantomatiche riorganizzazioni aziendali, che vengono però (chissà mai perché) solo indicate per principio e mai in forma analitica.

 

 

L’emanazione di un serio Piano Industriale e di una pianta organica sono ancora ben lontane dal vedersi e questa dirigenza aziendale appare incapace di prepararlo, a causa forse dei troppi “legacci politici” di cui è purtroppo ostaggio. Il Sindacato OR.S.A. non può sottoscrivere un accordo, solo proposto, ma mai presentato, che imbavagli la discussione e metta i lavoratori con le spalle al muro. Il Sindacato OR.S.A. invita i massimi dirigenti aziendali a fare realmente e concretamente un serio lavoro di riorganizzazione, partendo dai vertici e scendendo fino ai livelli più bassi evidenziando le eventuali duplicazioni di posizioni dirigenziali e di funzionari e quadri, stabilendo una pianta organica complessiva ed idonea all’espletamento di un servizio di TPL degno dei tempi attuali e che incrementi l’offerta per raccogliere il massimo della domanda di mobilità da parte dei cittadini. Il Sindacato OR.S.A. invita il potere politico che “dall’alto decreta” costi e qualità del servizio a valutare bene le risorse da porre sul campo, perché non è con artifici contabili che si cambia la realtà dei costi: le risorse messe in campo non sono sufficienti e non è autofinanziandosi con quota parte delle buste paga dei lavoratori che si possa andare molto lontano. Il TPL, per la sua importante valenza sociale e per la qualità della vita, necessità delle giuste risorse e delle giuste politiche aziendali che lo rilancino su livelli di sufficienza, e purtroppo, dobbiamo amaramente ammettere che non è certo quello intrapreso dall’EAV e dalla Giunta De Luca il modo giusto.

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