Pompei si infiamma con la musica di David Gilmour

gilmour pompeiSi chiude con la celebre “Comfortably numb” il primo dei due appuntamenti di David Gilmour negli scavi di Pompei.

Un doppio live chiamato “Return to Pompeii”; ben 45 anni dopo l’esibizione negli stessi Scavi con la band a completo, i Pink Floyd col loro “Live at Pompeii”.

Emozioni millenarie, protagonisti che diventano eterni, atmosfere suggestive: questo regala Pompei.

E’ stato suonato un po’ di tutto, dai famosi brani della band a quelli che Gilmour ha pubblicato da solista.

Il concerto è stato accompagnato da uno spettacolare gioco di luci e da immagini che passavano sullo schermo sferico allestito sul palco.

14 mesi di preparazione per uno spettacolo che ha soddisfatto tutti. Le misure di sicurezza rievocano quelle antiterroristiche: i documenti di tutti sono stati passati al vaglio della questura. Alle spalle dell’Anfiteatro è stato allestito un piccolo villaggio: docce, bagni, letti, cucine e uffici di produzione.

David Gilmour promette, infatti di ripetere in futuro questa esperienza e qualcuno si chiede se abbia fatto un patto con la clessidra. L’età ne ha modificato il volto, il corpo, i capelli… ma i suoi 3.170 fan, che a Pompei hanno pagato un biglietto molto più caro dei seguaci romani e di Verona, per assistere al concerto di questa sera si sono messi in fila più di due ore prima dell’ingresso agli Scavi. Giovani ed ex giovani dal Cile, dall’Egitto, dal Brasile, dal Giappone e da tutta Italia che hanno scelto Pompei perché “è qui che i Pink Floyd nel 1971 hanno fatto la storia”. Presente anche Adrian Maben, regista anni or sono del film-documentario-concerto sulla band.

E stasera si replica.

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