Il boss Mariano si pente: i Quartieri Spagnoli si spopolano e la Napoli bene trema

napoli-quartieri-spagnoliNon si sono fatte attendere le reazioni nel mondo della malavita partenopea all’indomani del clamoroso pentimento del boss Marco Mariano: letteralmente spariti dai Quartieri Spagnoli pregiudicati eccellenti e fiancheggiatori  a cui sarebbero giunte voci di arresti imminenti. E non solo: a tremare anche noti professionisti di Napoli, si parla per lo più di avvocati e commercialisti, non che politici di primo piano coinvolti a vario titolo negli affari illeciti del clan egemone per anni nel dedalo dei vicoli che danno vita ai Quartieri Spagnoli.

Proprio sui colletti bianchi collusi e corrotti si accentrerebbero le indagini della magistratura: professionisti della Napoli bene compensati lautamente dai Mariano che rifornivano gli amici “potenti” di cocaina ed escort di lusso per i festini a sfondo sessuale.

Potrebbe così finalmente emergere il marciume che da anni  infanga la credibilità istituzionale a Napoli (e non solo): l’onesto cittadino ha sete di giustizia, vuole conoscere i nomi e i ruoli di chi senza ritegno si è magari anche eretto a paladino della giustizia e del vivere civile. Soggetti talmente miserabili da essere considerati peggiori degli stessi camorristi: per chi è nato e cresciuto di stenti, magari senza adeguato supporto familiare non è semplice intraprendere una vita sana dedita al lavoro onesto in un contesto sociale dove l’inoccupazione regna sovrana persino tra i laureati.

Ma agli ex figli di papà oggi professionisti a cui nulla è mancato e che per mantenere certi agi vendono l’anima al diavolo non si può e non si deve concedere alcuna attenuante.

napoliNon che si vogliano giustificare delinquenti senza scrupoli, ci mancherebbe: si tratta solo di valutare i fatti con onestà e rigore logico senza farsi abbagliare dalle apparenze. Adeguata scolarizzazione, occupazione e sana aggregazione sociale per vincere la camorra e detronizzare i boss nel loro stesso contesto sociale.

Ad oggi vana e fiacca è apparsa al contrario la risposta dello Stato: si ha quasi l’impressione che tutto si faccia perché in realtà niente muti o forse per tutelare gli interessi ambigui di  chi non esita a speculare sulle ambasce dei più deboli. Un valzer melodrammatico condotto da massoni, cattivi politici e imprenditori collusi, tutti personaggi talmente potenti da non comparire mai nelle vicende di cronaca nera.

In queste condizioni l’onesto contribuente guarda con sgomento al futuro: è amaro dover sottolineare come molti  genitori napoletani esortino i propri figli a lasciare questa terra di sangue e povertà.

E’ forse giunto veramente il momento per i napoletani onesti di riprendersi Napoli. Come? Smettendola di far finta di niente nella folle convinzione che certe tragedie o dinamiche distruttive non possano mai colpirci direttamente.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.