“L’avevamo detto che la questione sociale prima o poi, sarebbe implosa a Castellammare, nessuno ha prestato attenzione ai tanti e tanti lavoratori espulsi a vario titolo dal mondo del lavoro ed ai loro bisogni basilari. Rivolgiamo nuovamente il nostro pensiero, alla nuova amministrazione, che anche se insediatasi da poco deve conoscere molto bene, cosa significa “lavoro” in questa Città. Gli assessori al Bilancio, Partecipate, congiuntamente al Sindaco, non possono non sapere cosa ha significato chiudere le Terme per una miope scelta politica senza badare al dopo”.
Così esordiscono i lavoratori termali dopo l’occupazione del Comune ad opera di alcuni ex lavoratori dell’Avis che hanno manifestato il loro malcontento per le presunte assunzioni manipolate all’interno della ditta rifiuti della Buttol. Ovviamente se si parla di disoccupazione, ritorna subito d’attualità la situazione relativa alle terme stabiesi.
“I consiglieri comunali, anch’essi, non possono ignorare cosa ha significato tutto ciò poiché è stato deciso sotto il loro naso la messa in liquidazione delle Terme, con un atto di Giunta, senza che il consiglio comunale potesse discutere nel merito e deliberare di conseguenza. Ma questa è storia passata, ma recente contemporaneamente, perché presente quotidianamente in tutte le famiglie dei lavoratori termali, che pagano un dazio sociale senza eguali”.
“Terme – continuano i lavoratori – significa Castellammare, al pari dei cantieri e di tante realtà produttive. Oggi il termalismo vive un momento di ripresa, come lo viveva ieri, ma purtroppo la miopia politica, non ha compreso come rilanciare il settore, quali strade percorrere: noi lavoratori non vogliamo apparire saccenti, ma segnaliamo all’attenzione del Sindaco e degli Assessori al ramo, che ci sono in Italia 380 stabilimenti termali, in 19 Regioni, in 180 Comuni, con circa 65.000 addetti diretti ed indiretti, e con circa 800 milioni di euro di fatturato nel 2015 (che sale a 3 milioni di euro considerando l’indotto in termini di ricettività, commercio e servizi correlati, pari a circa il 10% del valore delle corrispondenti voci nazionali), 15 milioni di prestazioni termali erogate (nel 2014) a carico del Servizio Sanitario Nazionale”.
Questi dati, ovviamente, non fanno altro che alimentare la richiesta di riapertura delle Antiche Terme, non come pannicello caldo per la Città, ma in maniera seria e riattivando tutti i servizi termali possibili, senza se e senza ma.
“Nello specifico, privati pronti ad lanciarsi nell’avventura termale, risulta che ci siano ed abbiamo già avanzato loro proposte. Alternativamente se queste offerte/proposte non sono di vostro gradimento, esprimete il vostro parere, cari Amministratori Cittadini, ma senza paroloni o proposte di difficile attuazione nel brevissimo tempo.
L’attivazione delle Antiche Terme, porterebbe nell’immediato, una ripresa economica per la Città, alberghi compresi, visto che per il momento il turismo è solo quello dormitorio, inoltre l’effetto sui livelli occupazionali sarebbe immediato.
Non bisogna sottovalutare che, riprendere il termalismo significa anche riprendersi quella dignità che la Città ha perso, grazie alla miopia politica. Inoltre si potrebbe paventare l’utilizzo all’interno delle Antiche Terme, di tutte quelle attrezzature lasciate in balia del vandali, senza tralasciare che una parte di canoni anticipati provenienti dal fitto delle stesse Terme, potrebbe essere investito per la seria tutela degli immobili del Solaro.
Immobili del Solaro che, visto le prime scelte effettuate da questa Amministrazione potrebbero essere il vero tesoro di Stabia, al pari dei tanti reperti archeologici lasciati nell’Antiquarium chiuso dal 1987, infatti, un serio progetto di rilancio del Solaro potrebbe vedere luce nel breve se, la politica iniziasse a ragionare da imprenditore e non da attento burocrate”.
Castellammare, secondo i termali, non può essere inferiore alla vicina Vico Equense, Torre Annunziata, Contursi, Telese. E’ vero che ogni sito ha una sua connotazione e caratteristica nel panorama termale ma, le Terme di Stabia ex Terme Stabiane, sono state e sono ancora oggi conosciute nel mondo per le loro 28 sorgenti: Castellammare deve risorgere, è bene che la politica comprenda ciò.
“Al Governatore De Luca – concludono i termali -, che venne a suo tempo nelle Antiche Terme, chiediamo meno cartelli e slogan, più fatti, concretizzi gl’impegni presi con la Città, dimostri che a prescindere dalla collocazione politica degli amministratori stabiesi, Lui opera per il bene dei cittadini. In ultimo, ma non per minore importanza, siamo solidali a prescindere con tutti gli ex lavoratori che, manifestano per il diritto al lavoro, che non può essere uno slogan, ma sarà per quanto ci riguarda un obiettivo da raggiungere a tutti i costi”.
Gennaro Esposito