“In questi due lunghissimi giorni passati, dopo il tragico scontro dei treni in Puglia, abbiamo ascoltato solo parole dai politici sulla sicurezza del trasporto ferroviario, parole che ci sentiamo di definire ipocrite, perché vengono proprio dai maggiori responsabili di questo disastro. Essi sono responsabili perché con le loro scelte hanno determinato questo scempio nel trasporto pubblico locale, coi tagli che il governo centrale ha imposto regioni e che esse hanno “ribaltato” sulle alle aziende di trasporto, guidate nella maggior parte dei casi da ex-politici senza esperienza nel settore”.
Così il sindacato OR.S.A. parla a nome di tutti i lavoratori della Circumvesuviana che da anni sono costretti a lavorare in situazioni veramente spiacevoli a causa di mancanza di sicurezza e molto spesso treni che definire fatiscenti è poco.
“La sentenza del 6 luglio scorso segna un’inversione di tendenza nel processo per il deragliamento del 6 agosto 2010, la differenza di quanto richiesto dal Pubblico Ministero e quanto comminato dalla Corte, da la misura che finalmente le tesi della difesa sono state, ma solo in parte, accolte. Il Sindacato OR.S.A. ritiene che la sentenza che condanna il lavoratore a tre anni sia ancora ingiusta, ma considera una piccola vittoria il fatto che non sia stata accolta dalla Corte la richiesta di condanna ad 8 anni fatta dal Pubblico Ministero e che sia stato tenuto conto delle tesi della difesa su quelle che erano le condizioni pessime della linea ferroviaria, sul fatto che il treno coinvolto non avesse tutti i requisiti per circolare e che i giudici abbiano anche tenuto conto dell’iniziativa messa in campo dai lavoratori, che stanchi di dover attendere da 6 anni la messa “in sicurezza” di quella tratta ferroviaria, richiedono oggi un altro agente in cabina a supporto, quando la devono percorrere”.
“Il Sindacato OR.S.A. – continuano – le chiede ora, signor presidente, di fare in modo che incidenti del genere non accadano più, soprattutto perché esiste una tecnologia (denominata ATP) che, se impiegata opportunamente su quel tratto di ferrovia (e su altri altrettanto pericolosi) può limitare la velocità dei treni, impedendo così che una distrazione, un malore o altre cause possano sfociare in tragedie. Questa tecnologia è già presente sulle linee ferroviarie dell’EAV e, a parere di qualche dirigente, nonché dei tecnici aziendali, può essere applicata da subito e a costo zero, impiegando personale interno, addirittura in modo pressoché immediato, con una o due giornate di lavoro”.
“Lei, signor presidente, è sicuramente sensibile alle istanze dei lavoratori, lei ha visto bene durante la visita che fece nella nostra azienda il livello di degrado in cui ci ha trascinato la passata amministrazione regionale, complice l’assoluta inerzia dei vertici dell’EAV, ebbene imponga, lei che può, gli obblighi ad un’inversione di tendenza nella gestione dell’EAV, facendoli mettere al primo posto la sicurezza delle persone trasportate e dei beni aziendali, in fondo si tratta di obbligare qualche dirigente “poco attento” a rispettare soltanto le leggi dello stato italiano”.