Da circa due mesi in totale segretezza presso un carcere di massima sicurezza (la cui posizione resta strettamente riservata) il ras della NCO starebbe parlando con i PM di centinaia di omicidi commessi dai cutoliani, di alleanze eccellenti e degli appoggi insospettabili che hanno concesso a boss del suo calibro di latitare all’estero per decenni (ricordiamo che Scotti è stato arrestato in Brasile).
Un vero e proprio terremoto dalle conseguenze inimmaginabili. Secondo alcune indiscrezioni, politici ancora in auge potrebbero essere citati da Scotti come artefici di accordi con la camorra, con il sistema terroristico “rosso” e con alti funzionari delle forze dell’ordine complici a vario titolo di crimini contro lo Stato. Per la prima volta si sarebbe ad un passo dal fare emergere la convivenza tra Stato e criminalità organizzata.
A certi livelli esisterebbe un legame tra cosa nostra (i pentiti hanno sempre evidenziato come il termine mafia sia solo ornamentale), ndrangheta, camorra, servizi segreti, massoneria e cattiva politica. Una cupola capace di cambiare a proprio piacimento gli eventi e la storia stessa dell’Italia con interessi economici inimmaginabili in ogni settore. Insomma un’indagine talmente delicata da rischiare di mettere seriamente in pericolo la stabilità di questa repubblica.
Proprio su questo punto i magistrati agirebbero con la massima prudenza e professionalità ben consci del pericolo di fughe di notizie non confermate che potrebbero creare forti tensioni nella mondo politico che conta.
Il principio di innocenza resta sovrano come la necessità per la giustizia di provare oltre ogni ragionevole dubbio. Addirittura si temerebbe per l’incolumità di Pasquale Scotti che sarebbe guardato a vista 24 h su 24 in sezioni penitenziarie segrete. Purtroppo è già successo in passato che a qualche testimone eccellente è stata “cucita per sempre la bocca” alla vigilia di processi epocali.
Corsi e ricorsi della storia? Da cittadini onesti ci auguriamo proprio di no.
Alfonso Maria Liguori