Saltati tutti i tabu della vecchia camorra: si spara contro chiunque e senza alcuna pietà pur di annientare gli avversari e aggiudicarsi il controllo degli affari illeciti in città. I clan si starebbero organizzando anche in merito alla nuova gestione delle piazze di spaccio: insospettabili pusher, spesso adolescenti incensurati, frequenterebbero i luoghi della movida notturna e una volta inseritisi nelle varie comitive inizierebbero a smerciare droga con particolare riferimento alla cocaina e al fumo.
Esisterebbe tra gli spacciatori e gli acquirenti una sorta di codice basato, secondo alcune rivelazioni di tossicofili da noi intervistati (garantendogli l’anonimato), sulle tipologie e sulle marche di bevande alcoliche, precisamente birre, più usate dai ragazzi.
Ecco alcuni esempi: lo spacciatore dice all’acquirente “ti porto una Peroni fredda” intendendo la consegna di “fumo” in tempi rapidi, oppure “due Ceres speciali in offerta” riferendosi a cocaina di qualità a prezzi competitivi. Il dato più allarmante è che l’età media dei consumatori di stupefacenti sarebbe scesa pericolosamente.
Alla ricerca dello sballo o forse nel tentativo di emulare cattivi modelli ragazzini rischiano la vita rimpinguando le casse di un sistema camorristico che muove cifre da capogiro. In tal senso prende sempre più corpo l’ipotesi investigativa di un’intesa tra la cupola malavitosa partenopea e quella cinese: megastore asiatici impiegati dalla camorra quali lavatrici per il denaro sporco, con un buon margine di guadagno per i cinesi che nel contempo sarebbero sollevati anche dal pagare il “pizzo”.
Una vergogna senza fine fatta di collusioni eccellenti, corruzioni e intese sotto banco a livelli istituzionali inimmaginabili. In pratica all’onesto cittadino napoletano sembra che lo Stato voglia combattere formiche invisibili quando sotto gli occhi ha elefanti dal potere distruttivo rilevante. Corsi e ricorsi della storia o contraddizioni della cosiddetta società moderna? Ai posteri l’ardua sentenza.
Alfonso Maria Liguori