Napoli, blitz contro i falsi invalidi: fra gli arrestati c’è anche il nipote del boss Stolder di Forcella

falsi invalidiBufera giudiziaria a Napoli: scoperti falsi invalidi, in 17 finiscono ai domiciliari e 10 sottoposti all’obbligo di firma. Una vergogna senza fine: individui senza scrupoli, tra cui il nipote 30enne del boss Stolder di Forcella (imparentato con i Giuliano), si fingevano paraplegici, non vendenti o affetti da patologie oncologiche in fase terminale per ottenere pensioni di invalidità dall’INPS.

Una vera e propria organizzazione a delinquere talmente ben diretta da operare indisturbata per anni. I reati contestati agli imputati sono di truffa ai danni di un ente pubblico, contraffazione di certificazione e falsità materiale. “Delinquenti senza scrupoli – ha commentato il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli – questi individui che rubano sulla pelle di chi soffre ed ha maggiori disagi di vita. Da tempo la camorra lucra con il business di falsi invalidi riuscendo con questo miserabile stratagemma a dare pensioni ai familiari di camorristi uccisi o in galera. Riteniamo sia giusto realizzare una legislazione ad hoc su determinati reati inasprendo le pene previste per violazioni della legge che non sono semplici truffe ma vere e proprie azioni criminali messe in essere da gente senza scrupoli pronta a calpestare qualsiasi principio pur di ottenere il proprio meschino tornaconto”.

Parassiti, feccia della società questi delinquenti per anni hanno prosperato indisturbati grazie alla corruzione e alla collusione di chi dovrebbe vigilare sul corretto svolgimento di delicati iter burocratici come quelli per l’assegnazione delle pensioni di invalidità e palesemente in molti casi non lo fa. Altrimenti si avrà sempre l’impressione di scoprire “l’acqua calda”: tutti sanno ma nessuno parla.

Cosa sanno? Che a Napoli per ottenere istituzionalmente soprattutto da determinati enti diritti devi spesso “ungere” o farti sponsorizzare dal potente di turno, che gli stessi uffici istituzionali sono sommersi di pratiche e sotto organico e infine che quello che per impiegati e funzionari pubblici è dovere nei confronti dei contribuenti diviene spesso “piacere” o peggio elemosina. Denunciare: questa la strada da seguire per uscire da un pantano istituzionale che macchia vistosamente l’Italia con particolare riferimento al meridione, per smascherare una volta per tutte i colletti bianchi che dietro le quinte si arricchiscono ai danni della gente onesta forti di convivenze camorristiche e politiche eccellenti.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.