Questi i fatti: al termine di un confronto pubblico sulla riqualificazione urbana per la promozione di percorsi di legalità e di inclusione sociale è seguito uno spettacolo musicale tenuto dalla cantante partenopea Emiliana Cantone. Tutto giusto: sempre che l’interprete napoletana non avesse avuto la brillante idea di salutare “calorosamente” la famiglia Gallucci, ovvero il clan dominante in assoluto nella zona.
Ascoltata dai carabinieri la stessa Emiliana Cantone: nelle prossime ore potrebbero esserci gli sviluppi di questi dialoghi informativi con l’arma che proprio non ha mandato giù che una manifestazione contro il crimine organizzato promossa da un associazione che porta il nome di una vittima innocente di camorra potesse concludersi con i calorosi saluti alla famiglia criminalmente egemone sul posto.
Immediata la risposta dell’avvocato Giovanni Feliciello, figlio proprio di Pasquale vittima innocente di camorra: “La nostra manifestazione – ha precisato il professionista – si è conclusa con l’intervento del prof. Guido D’Angelo docente di diritto urbanistico e il proseguimento della serata è stato gestito esclusivamente dal Comitato della 219. Precisiamo che nessun rapporto ci lega alla Cantone e prendiamo ufficialmente le distanze da quanto accaduto condannando per primi l’episodio”.
Parole che fanno chiarezza in merito al ruolo dell’associazione e all’estraneità dai fatti della stessa.
Francamente ci sentiamo di dire “nulla di nuovo”: sono anni che si parla di convivenze tra cosiddetti neomelodici e ambienti malavitosi, che si chiedono maggiori controlli in merito da parte delle istituzioni. Non puntiamo il dito contro alcuno, ci mancherebbe, fermi sostenitori del principio di innocenza sino a sentenza definitiva contraria. Ma tante, troppe coincidenze finiscono con l’offendere l’intelligenza e la dignità di chi ancora nella legalità ci crede.
Alfonso Maria Liguori