Sant’Antonio Abate, un anno di Forum delle associazioni con il presidente Rossella Abagnale

foto articoloSant’Antonio Abate conta un Forum al quale risultano iscritte ben 60 associazioni divise in tre aree tematiche: socio-sanitaria, sportiva e culturale. Una risorsa incredibile se si pensa alla mole di lavoro volontario che riescono a svolgere sul territorio.

Ad un anno dalle elezioni del nuovo direttivo ne incontriamo il presidente, la Dr.ssa Rossella Abagnale.

Un anno di Forum delle Associazioni. Cosa è cambiato?

Sì, un anno di lavoro volontario finalizzato all’avvio di quello che da sempre è risultato essere uno strumento lasciato solo su carta. Avevamo bisogno di un luogo di incontro e confronto.

Dal punto di vista formale, grazie alla collaborazione della vice presidente Giovanna Mascolo e dell’assessore uscente Mariassunta La Mura, si è lavorato molto sulla comunicazione. Mailing list, Social Network, gruppi whatsapp e sms, tutto finalizzato all’informazione tempestiva di tutto quanto possa interessare il mondo associativo. Si è cercato di mettere in connessione tra loro tutte le realtà del forum, spronandole a lavorare in rete al fine di ottimizzare mezzi e risorse sempre troppo scarsi se messi in relazione con l’entusiasmo che spesso contraddistingue l’ambiente associativo. Inoltre si è stilato un primo calendario annuale delle attività che, seppure ancora da migliorare, ha permesso di avere un quadro delle attività svolte sul territorio nell’arco di dodici mesi. Siamo stati contattati da associazioni di altre città impegnate in progetti di volontariato internazionale. Abbiamo ricevuto una proposta di firma di protocollo d’intesa da parte delle forze dell’ordine il cui contenuto ci invita a contribuire nell’azione di miglioramento della sicurezza di alcune zone di Sant’Antonio Abate. Insomma, qualcosa siamo riusciti a muoverlo!

Quale è stata la risposta delle associazioni dinanzi a tanto impegno?

Sant’Antonio Abate ha registrato negli ultimi sette anni un notevole fermento nell’ambito associativo e questo, sia ben chiaro, prescinde dall’esistenza del forum. Sessanta associazioni sonosicuramente una gran risorsa ma io, invece, insisto nell’evidenziare in maniera critica quanto questo, da alcuni punti di vista, possa rappresentare un punto di debolezza.Molte associazioni hanno statuti simili e si occupano fondamentalmente delle stesse attività. La frammentarietà evidenzia una lacuna abatese da colmare: l’incapacità di cooperare, troppo spesso messa da parte da una concorrenza inutile e gratuita, letale per la crescita delle nostre realtà.

Non tutte le associazioni iscritte hanno partecipato attivamente alla vita del Forum e questo ne comporterà l’esclusione come previsto da regolamento. Tante altre, invece, hanno trovato un riferimento per avere chiarimenti soprattutto per quanto concerne le procedure burocratiche obbligatorie e per risolvereproblemi legati ai rapporti con le istituzioni.

L’anno associativo è quasi terminato. Quali novità avete in serbo per settembre?

In realtà le associazioni attive non si fermano mai, tante saranno impegnate anche ad agosto.

A settembre ripartiremo con i lavori d’assemblea per avviare le prassi di calendarizzazione delle attività programmate per il 2017. Una novità?Proporremo un evento tematico ad iniziativa dell’intero Forum. Naturalmente ne discuteremo tutti assieme. La cosa che più amo dell’ambiente associativo è che non ha gerarchie verticali, è la massima espressione di democraticità che si esprime con confronti tra pari.

Un bilancio della Sua esperienza?

Sicuramente positivo. Mi ha permesso di crescere tanto grazie al confronto con le splendide persone che animano il mondo associativo abatese. Persone sensibili, volenterose, attive…mi faccia peccare un po’di campanilismo: gli abatesi sanno essere persone eccezionali quando vogliono!

Ho interpretato fin dall’inizio questo strumento, che ho il piacere di presiedere, come un incubatore di idee. Incontrarsi, sommare pensieri ed opinioni, progettare insieme abbandonando gli atteggiamenti egoistici, elementi che credo possano dar vita a modelli di progettualità importanti per la crescita dell’intera comunità. Obiettivi impegnativi, lo so…c’è ancora tanto da lavorare, ma chi mi conosce sa che questo non mi spaventa.

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