Il lato disumano del Pipita: professionista o traditore?

higuain pipitaNei bar affollati di Napoli ci si interroga sull’atteggiamento del Pipita Higuain; alcuni considerano il calciatore argentino un traditore perché reo di aver accettato la proposta contrattuale della Juventus, acerrima avversaria del Napoli; dall’altro canto molti tifosi considerano Higuain un mero professionista e la scelta di lasciare Napoli per la Juve, seppur infelice, faceva parte delle sue possibilità.

La cessione di Higuain rappresenta un affare per tutti; per la Juve che acquista il miglior centravanti acquistabile sulla piazza; per il Napoli che con i 94,7 milioni può migliorare la rosa e renderla ancor più competitiva, mentre Higuain dalla Juve percepirà quasi il doppio dell’ingaggio che prendeva al Napoli oltre alla concreta possibilità di poter vincere scudetto e Champions League.

 

 

Tutti vincitori dunque, eccetto i tifosi del Napoli che vedono quello che fino a pochi giorni fa, essere il proprio idolo, fuggire, quasi come un ladro, senza degnare di una parola coloro che lo hanno sostenuto anche nei momenti difficili, anche dopo il rigore fallito contro la Lazio, anche dopo gli errori in semifinale di Europa League contro il Dnipro.

Il Pipita va via, senza passare per Dimaro, senza salutare i suoi compagni che l’hanno reso leader, lui che leader non lo è mai stato né con l’ Argentina né col Real Madrid.

Senza quei compagni che giocavano esclusivamente per lui, il Pipita non sarebbe mai arrivato a 36 reti, quel record non appartiene solo ad Higuain ma ad una squadra intera.

Higuain scappa, prima a Madrid per le visite mediche, poi a Torino dove acquista casa; scappa dimenticandosi di salutare il suo mentore: Maurizio Sarri, l’allenatore che l’ha capito più di tutti, l’allenatore che ha lavorato prima sull’uomo e poi sul giocatore; colui che ha trasformato il Pipita in una macchina da gol infernale.

“Core n’grato” più di Altafini, il Pipita, il professionista, lascia senza stile, bastava davvero poco, bastava presentarsi a Dimaro e avere il coraggio di affrontare compagni, staff e tifosi; c’è sempre tempo per la banale letterina “strappalacrime” di congedo ma i silenzi di Gonzalo fanno più male delle parole del fratello Nicolas.

Come in ogni storia d’amore dirsi addio non è mai facile aldilà delle scelte personali, ma separarsi con stile, lasciando una buona immagine di sé sarebbe stata la cosa migliore.

 

 

Quando Higuain appenderà le scarpette al chiodo, quando non sarà più calciatore ma solo un uomo, aldilà dei record, aldilà dei gol, aldilà delle coppe, probabilmente capirà che un gesto, una parola di riconoscenza e gratitudine era un qualcosa di dovuto verso chi, anche nei momenti grigi, l’ha sempre visto con gli occhi dell’amore.

Alessandro Di Napoli

 

 

 

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