L’UGL/ENAS in 100 piazze il 30 luglio e il 6 agosto per dire no al femminicidio

il-femminicidioL’UGL ed il Patronato ENAS con il patrocinio della Camera dei Deputati il 30 luglio ed il 6 agosto si mobiliterà in 100 piazze Italiane per dire “NO al Femminicidio”, promuovendo una grande campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul drammatico fenomeno. In questo contesto diventa necessaria la partecipazione attiva da parte della società, della famiglia, della scuola.

Il fenomeno della violenza di genere da gennaio 2016 ha già provocato 60 vittime. I dati del 2015 registrano più di 3000 casi di violenza sessuale e circa 6000 episodi di percosse. Il presidente dell’ENAS-UGL Stefano Cetica ha illustrato l’iniziativa con il patrocinio della Camera dei Deputati sottolineando intervento dell’onorevole Renata Polverini, vice presidente della Commissione Lavoro. “L’Ugl vuole dare il suo contributo per contrastare questo fenomeno che occorre denunciare con forza, – afferma il Vice segretario Nazionale Giancarlo Favoccia – una battaglia che è sicuramente culturale e per questo c’è bisogno di una grande mobilitazione”.

“La campagna di sensibilizzazione sul tema del femminicidio – prosegue il presidente Stefano Cetica – si articolerà con l’allestimento di gazebo in cento piazze d’Italia; il 30 luglio saremo in piazza Flavio Gioia a Positano, il cui sindaco Michele De Lucia si è subito mostrato sensibile e disponibile ad accogliere l’iniziativa che ha lo scopo di far conoscere alle donne il drammatico fenomeno affinché facciano valere i propri diritti. Il 6 agosto sarà la volta di Sorrento alla cui manifestazione parteciperà anche l’onorevole Renata Polverini”. Il progetto prevede inoltre la distribuzione gratuita di un libro che raccoglie le normative in materia tra cui il congedo indennizzato per le donne vittime di violenza di genere (introdotto con decreto legislativo 80/2015 ed erogato dall’INPS).

“L’incubo della violenza che le donne sono costrette a vivere e subire, – continua Cetica – si riaffaccia puntualmente ogni tre giorni: questa è, infatti, la breve distanza tra un omicidio e l’altro nel nostro Paese. Contrastare questo drammatico fenomeno che insanguina le famiglie, cioè il fulcro stesso della nostra società, é compito della Magistratura e delle Forze dell’ordine ma è anche un dovere al quale nessun’altra Istituzione – scolastica, economica, politica, sociale – può e deve sottrarsi. Anche l’Enas vuole dunque dare il suo contributo ad una battaglia che è sicuramente culturale – e per questo c’è bisogno di una mobilitazione come quella che proponiamo a livello nazionale con manifestazioni, il 30 luglio e il 6 agosto, in 100 piazze – ma che deve essere soprattutto “calata” nella realtà di un tessuto sociale che va ricostruito, cominciando proprio dai diritti – disattesi – delle donne.

Troppo spesso nei nostri uffici giungono mamme in dolce attesa che sono state licenziate o lavoratrici alle quali viene negata la carriera o corrisposta una retribuzione inferiore a quella dei loro colleghi maschi. Troppe volte viene impedita la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro o la stessa fruizione della legge 104/92 (scandalosamente commentata in negativo, per quanto riguarda i dipendenti pubblici, dal Presidente dell’Inps, Tito Boeri, in un recente intervento alla Camera dei Deputati!). Ma, soprattutto, quasi mai il grido d’aiuto che le donne rivolgono alle Istituzioni per le minacce sempre più concrete e gravi che subiscono, viene ascoltato da chi avrebbe potuto e dovuto evitare l’ennesima tragedia.

I cento gazebo che allestiremo nelle principali “piazze” italiane – conclude il presidente dell’UGL – avranno dunque il compito di effettuare una sorta di chek-up dei diritti delle donne alle quali consegneremo anche un “vademecum” con tutte le leggi che le tutelano ed il modo per rendere questi diritti realmente esigibili, anche con l’aiuto, gratuito, del Patronato”.

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