Napoli, ecco tutti i retroscena della faida di camorra fra i Puccinelli – Petrone e i Vigilia

15579_napoli-blitz-al-rione-traiano-un-arrestoChiara ormai la dinamica della guerra di camorra in atto nel Rione Traiano: i Puccinelli – Petrone starebbero da un lato combattendo una scissione interna e dall’altro fronteggiando i Vigilia di Soccavo. Restano intanto in carcere i baby ras Salvatore Lazzaro (alias Lulù) ed Emanuele Manauro (alias o’lion) rei di aver esploso colpi d’arma da fuoco contro una nota pizzeria della zona.

La Dda (Direzione Distrettuale Antimafia) ha chiesto nello specifico per i due l’aggravante mafiosa: due eccellenti scissionisti all’interno dei Puccinelli – Petrone che secondo gli investigatori erano pronti a sfidare apertamente i vertici della cosca per creare un proprio gruppo criminale.

A preoccupare le forze dell’ordine la quantità e la qualità di armi sequestrate nei blitz al rione Traiano: questo dato evidenzierebbe il potere offensivo di clan che conterebbero centinaia di affiliati e gruppi di fuoco capaci di colpire ovunque in città e a qualsiasi ora del giorno. Nel frattempo resta alta l’attenzione anche nei confronti del gruppo Giannelli di Cavalleggeri (capeggiato dal ras detenuto Alessandro): si teme infatti un’improvvisa ripresa delle ostilità in prossimità di agosto periodo in cui notoriamente la città si svuota.

Un’occasione da non farsi sfuggire per i D’Ausilio di Bagnoli comandati dal boss evaso Felice storicamente in rotta con gli emergenti Giannelli. Insomma un quadro che non lascia presagire niente di buono: i cittadini vivono ormai ostaggi del malaffare nel timore di trovarsi al momento sbagliato nel posto sbagliato.

Lo Stato deve avviare campagne di prevenzione che puntino all’adeguata scolarizzazione, all’occupazione e alla sana aggregazione per combattere lo strapotere della camorra alla radice. Se la ridono i colletti bianchi della mala: intoccabili, figli di ottime famiglie (sulla carta) di Napoli e insospettabili moralisti della domenica arroccati nelle proprie roccaforti dorate sfruttano le ambasce comunitarie assistendo alla drammatica quotidianità partenopea come ad una fiction nello stile Gomorra.

Talmente potenti da non essere ad oggi mai citati dai pentiti, nemmeno da quelli eccellenti. Un pensiero vola alle migliaia di vittime immolate per l’unità d’Italia, perché vivessimo in un Paese democratico in cui la legge fosse uguale per tutti: quanto questa nostra realtà napoletana (e non solo) annienta e umilia il sacrificio di chi ha creduto fino alla fine in una società migliore.

Alfonso Maria Liguori

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano
Condividi
PrecedenteAcerra, approvato nuovo regolamento COSAP
SuccessivoPonticelli, prosieguo operazione “Delenda”: arrestati 8 minorenni del rione Conocal affiliati ai D’Amico
Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.