Club privè, centri di benessere e case d’appuntamento: il nuovo business della camorra napoletana

escortClub privè e circoli pseudo sociali trasformati in case d’appuntamento gestite dalla camorra. La prostituzione cambia aspetto e si evolve nella logica perversa del malaffare: come funghi nascono ovunque in città centri benessere, club privè e circoli a copertura di un giro di prostituzione mai così articolato e curato nei dettagli.

Si parte da un compenso minimo di 50 euro per una prestazione sessuale ordinaria fino ad oltre mille euro per sedute durature di sadomaso o per gang bang con tanto di gadget a tema. La camorra percepirebbe una percentuale sugli incassi evitando di vessare direttamente le prostitute : secondo radio mala questo scongiurerebbe il pericolo di denunce o soffiate limitando al massimo la pressione esercitata dalla malavita sulle meretrici.

Personaggi noti della Napoli bene, imprenditori e persino prelati “in incognito” comporrebbero l’esercito di clienti che giorno per giorno alimenta il mercato del sesso a Napoli. I centri di benessere orientali sarebbero in parte inseriti nella stessa organizzazione: in particolare alle asiatiche sarebbe concesso di mantenere tariffe particolarmente basse in cambio di una percentuale più alta da versare per evitare spiacevoli “malintesi” con la camorra. Il dato più concertante è che tutti sanno e vedono ma nessuno parla.

Insospettabili casalinghe, studentesse, straniere in apparenza impiegate come collaboratrici domestiche e particolarmente richieste milf, ovvero signore sui quaranta dall’aspetto particolarmente curato e dalla grande esperienza pratica maturata sul campo. Per questa categoria la clientela sarebbe disposta a spendere cifre considerevoli. Mentre da un lato si combatte la prostituzione per strada dall’altro si finge sistematicamente di ignorare chi esercita il mestiere più antico del mondo facendosi tutelare da organizzazioni malavitose con tanto di servizio di sicurezza.

Pare infatti che in prossimità delle principali case d’appuntamento di Napoli situate in zona Posillipo – Chiaia orbitino ronde di delinquenti pronte a intervenire in caso di allarme lanciato dalle prostitute. Uno squallore endemico che persiste e si allarga a macchia d’olio nella già martoriata Napoli. La domanda è sempre la stessa, ovvero se a questo punto sia meglio liberalizzare la prostituzione imponendo regole precise e controlli istituzionali. Della serie: sarà sesso a pagamento legalizzato? Ai posteri l’ardua sentenza.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.