Scavi di Pompei, in mostra gli strumenti del bagno termale degli atleti

OLIMPIADI 27-07-2016 (20)

Le Olimpiadi viste dagli Scavi Archeologici di Pompei: ecco gli strumenti, i percorsi e i racconti degli atleti di 2000 anni fa. In occasione della giornata inaugurale dei giochi olimpici di Rio 2016, la Soprintendenza di Pompei ha organizzato un’esposizione di reperti e pannelli didattici che raccontano dell’importanza e dell’attenzione degli antichi pompeiani per le pratiche dello sport e la cura del corpo.

La mostra si trova all’interno dell’Antiquarium degli Scavi, dove è possibile ammirare molti strumenti originali utilizzati dagli atleti durante il bagno termale. Tra gli altri: uno strigile in bronzo (spatola metallica ricurva per la detersione del sudore), un unguentario per l’olio, un lisciatoio in pietra pomice, un attingitoio in bronzo per l’acqua. “L’atleta prima e dopo le attività sportive – ha fatto sapere la Soprintendenza in una nota – praticava un’accurata pulizia corporea associata al percorso termale e tale frequente pratica ci ha restituito numerosi oggetti da toeletta, di cui alcuni esempi sono in esposizione.

Gli affreschi di atleti e lottatori della cosiddetta “Palestra” sono poi raccontati attraverso totem di approfondimento. Dall’esterno dell’edificio è visibile nel corridoio di ingresso il mosaico pavimentale con una scena di lotta tra due atleti che si affrontano a mani nude, mentre sulle pareti di fronte si può osservare la pittura con atleti, lottatori, un saltatore con i manubri, il giudice della gara (il “Ludi Magister”) che reca in mano la benda, ovvero il premio per l’atleta vincitore. L’ambiente che ospita le raffigurazioni faceva parte di un impianto termale maschile del I sec d. C. posto in una zona panoramica della città antica.

L’idea di riportare in vita gli ambienti è stata illustrata pochi giorni fa dal soprintendente Massimo Osanna, che ha parlato di “musealizzazione diffusa” in occasione del riallestimento di una cucina così com’era stata lasciata dai padroni di casa poco prima dell’eruzione del Vesuvio.

Francesco Ferrigno

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