Il tunisino è stato fermato durante un’operazione dei carabinieri del Ros insieme a una banda di trafficanti di migranti. Otto stranieri sono stati arrestati, su ordine della procura di Santa Maria Capua Vetere, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e alla falsificazione di documenti. Il capo tunisino è indagato anche per terrorismo.
“Sarò Isissiano finché vivrò”. Intercettazioni che non sembrano lasciare dubbi. “Se morirò vi esorto a farne parte”. Così, in una conversazione intercettata il 26 gennaio 2015, si esprimeva Mohamed Kamel Eddine Khemiri, il tunisino di 41 anni residente a San Marcellino in provincia di Caserta e ora accusato dalla procura di Napoli di associazione con finalità di terrorismo o, in alternativa, di apologia del terrorismo.
Quando dice di essere “isissiano”, secondo l’accusa, Mohamed intendeva riferirsi proprio allo Stato Islamico per il quale avrebbe fatto propaganda anche sui social e cercando materiale riguardante l’organizzazione terroristica, come immagini di mujaheddin armati e imbandierati con il vessillo nero del Califfato.
Al centro delle indagini del Ros di Caserta un’organizzazione criminale che, in cambio di denaro, predisponeva e faceva rilasciare da aziende tessili compiacenti contratti di lavoro e buste paga fittizie in favore di altri immigrati maghrebini, consentendo loro di ottenere il permesso di soggiorno per motivi di lavoro e regolarizzando così la loro posizione in Italia.
Per quanto concerne il capo tunisino, Khemiri, il Ros ha documentato la sua progressiva auto-radicalizzazione, manifestata anche attraverso social network, commentando tra l’altro con favore i recenti attentati di Parigi. Indagato, quindi, oltre che dei reati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e alla falsificazione di documenti anche per terrorismo dalla procura distrettuale di Napoli.