La città di San Marcellino (CE) è finita sotto i riflettori di tutta Italia in seguito all’arresto del tunisino Mohamed Kamel Edine Khemiri, ritenuto vicino all’Isis e indagato per terrorismo internazionale.
“Sono isissiano finché avrò vita. E se morirò vi esorto a farne parte”. Così, in una conversazione intercettata su Facebook il 25 gennaio 2015, si esprimeva Mohamed Kamel Eddine Khemiri (nella foto) ora accusato dalla procura di Napoli di associazione con finalità di terrorismo o, in alternativa, di apologia del terrorismo.
Sulla vicenda interviene il sindaco Anacleto Colombiano (nella foto): “Tutti conoscono l’Imam della moschea di San Marcellino, Nasser Hidouri, da anni ormai. E’ da sempre partecipe di tutte le attività della nostra comunità.
Mi preme subito distinguere quella che è una religione dal terrorismo o presunto tale. Chi frequenta la moschea lo fa per pregare e per sentire la presenza del proprio Dio e tanti di loro hanno i propri figli ben integrati con i nostri. I ragazzi vanno a scuola e studiano anche la nostra lingua.
I malviventi esistono e continueranno ad esistere e su questo non posso che avere piena fiducia nella magistratura. Confidiamo nel lavoro delle forze dell’ordine affinché facciano chiarezza sull’accaduto.
Ora ci sentiamo ancora più sicuri in quanto a San Marcellino è finalmente presente un presidio di legalità e sicurezza come la caserma dei carabinieri”.