Ecco la consistenza della camorra nel napoletano : 115 gruppi criminali, tra clan e famiglie colluse, con all’attivo oltre 5mila affiliati per controllare gli affari illeciti dal centro di Napoli all’hinterland vesuviano.
Particolarmente potente negli ultimi tempi sarebbe apparso l’asse malavitoso operante nella provincia orientale e retto da Mario Fabbrocino, per anni primula rossa della Nuova Famiglia e vicino ai ras Carmine Alfieri e Pasquale Galasso (entrambi pentiti). Un impero del crimine con business da capogiro: racket, spaccio di stupefacenti, costruzioni e usura le principali attività di un ramo della Nuova famiglia vicinissimo ai Giuliano di Forcella e ai Misso della Sanità.
Oggi sulle ceneri dei clan storici di Napoli i nuovi baby boss starebbero tentando di ricucire alleanze eccellenti con la provincia per creare un unico sodalizio criminale da contrapporre allo strapotere della cupola di Secondigliano. Radio mala parlerebbe di fratture interne agli scissionisti Amato – Pagano e al conseguente indebolimento di un sistema capace per anni di monopolizzare il traffico di stupefacenti nel napoletano. Attualmente sembra che proprio gli Amato – Pagano stiano cercando spazi nella vicina Melito, a Mugnano, Arzano e Marano: allarme rosso per gli investigatori che temerebbero l’inizio dell’ennesima guerra di camorra in una zona da decenni ormai teatro di faide sanguinose tra potenti clan.
Minati dagli arresti eccellenti e dagli altrettanto ingenti sequestri operati dalla magistratura i clan affiderebbero la gestione degli affari e degli affiliati alle donne: agguerrite le signore della camorra avrebbero in più occasioni mostrato intelligenza criminale fuori dal comune e capacità aggregative rilevanti. A loro verrebbe attribuita la strategia di arruolare giovanissimi insospettabili nei rispettivi gruppi di fuoco: baby killer spesso usati come spie da infiltrate nei gruppi avversari in modo da colpire gli stessi dall’interno.
Poi c’è la questione degli appalti di Bagnoli Futura e dell’ampliamento del porto: mega lavatrici per il riciclaggio del denaro sporco che farebbero particolarmente gola al sistema e che avrebbero già scatenato conflitti tra i D’Ausilio di Bagnoli (capeggiato dal boss evaso Felice) e il gruppo Giannelli di Cavalleggeri (retto dal ras Alessandro attualmente detenuto).
Secondo alcune fonti investigative, in questo clima di guerra e alleanze sottobanco si starebbero rivedendo gli accordi con la mala cinese: la camorra starebbe entrando sempre di più nei meccanismi commerciali orientali capaci di ripulire enormi somme di denaro attraverso un complesso mosaico di megastore sparsi ovunque sul territorio. Una polveriera pronta ad esplodere a tutto danno degli onesti cittadini partenopei.
Una brutta gatta da pelare per le forze dell’ordine che quotidianamente si imbattono nel muro di omertà che da sempre protegge criminali senza scrupoli. Senza un’adeguata campagna si prevenzione basata sull’adeguata scolarizzazione, sull’occupazione e sulla sana aggregazione le istituzioni possono ben poco contro lo strapotere della camorra. Della serie: bonifiche radicali del territorio e subito per allontanare una volta per tutte dagli onesti contribuenti “l’ombra nera del Vesuvio”.
Alfonso Maria Liguori